Moving Art Academy

Pregiudizi infondati, che condannano le arti marziali a pura esibizione di forza bruta, e un condizionamento culturale che ci fa distinguere tra “cose da uomini” e “cose da donne”, tiene ancora lontane molte probabili praticanti dal Karate. ☇☇☇

Le arti marziali sono, secondo un’opinione corrente, poco adatte alla natura delicata delle donne, il sesso debole.

La pratica assidua del Karate costringe ognuno, alla fine, a fare i conti con se stesso: chiunque avverte lo stretto legame tra corpo e anima, il vincolo causale tra i movimenti del corpo e la propria personalità. A quel punto si può decidere se indirizzarsi freddamente al più puro tecnicismo, oppure afferrare l’occasione di conoscere se stessi.

In altre parole, si realizza nel Karate quella parità rispettosa delle differenze, tanto ricercata nella vita quotidiana, perchè tutti seguono la stessa meta, l’allenamento del corpo e della mente, ciascuno facendosi forte delle proprie debolezze.

Una donna che sceglie il Karate non crede di avere i bicipiti e i denti di Tyson e non vuole dimostrare di essere uomo. Certamente provvede solerte al proprio aspetto, ma ciò di cui ha più cura è il suo cervello e non smette mai di migliorarsi. 😉😉😉

Vive la sua femminilità semplicemente, senza bisogno di dimostrarla e vuole essere giudicata per quello che fa e che dice, per le sue potenzialità e capacità, perchè in lei la forma si è fatta contenuto.

Non si sente nè sottomessa, nè superiore all’uomo, ma si giudica e giudica gli altri come membri della stessa specie animale, operanti nello stesso ambiente.

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