Bruno Da Boit

Se desideriamo che il nostro apprendimento sull’applicazione dei kata, si sviluppi in modo comprensibile ed efficacemente combattivo, dobbiamo fare del kata il centro del nostro allenamento. Il Karate che abbiamo praticato fino a oggi, (per intenderci quello giapponese), è un sistema scolastico limitato a parate, calci e pugni, mentre l’informazione trasmessa dai kata è vastissima. Infatti tutti i Kata contengono pugni, calci, proiezioni, leve articolari, attacchi ai punti deboli, strangolamenti, blocchi ai polsi e alle gambe, torsioni al collo e combattimento a terra. E’ per questo che nel passato a Okinawa ci si concentrava solo su un singolo Kata. Pertanto divideremo questo metodo d’allenamento in quattro stadi di apprendimento. Il primo stadio è la pratica del Kata senza partner, ed è il sistema che solitamente viene definito “allenamento del Kata”. Pertanto la prima cosa che il Karateka impara è la sequenza fisica effettiva del Kata, ovvero lo schema. I meccanismi corporei necessari per ottenere la massima efficienza, la corretta predisposizione mentale ecc. Questo è un importante sistema di allenamento dei Kata, infatti se non siete in grado di eseguire le tecniche in maniera corretta senza un avversario, difficilmente riuscirete ad applicare le tecniche durante una reale aggressione. Purtroppo il primo livello di allenamento senza avversario, in tanti Dojo è anche l’unico. Se il Kata è bello, allora il Kata è fatto bene, ma questa è una considerazione errata se partiamo dal presupposto che il kata ha una funzionalità e uno scopo ben preciso. per quanto mi riguarda, è meglio valutare un kata sulla sua efficacia reale, e se il karateka è in grado di applicare con successo le tecniche che esegue durante il Kata, allora il suo Kata è ben eseguito, a prescindere dalle apparenze.

Gichin Funakoshi affermava che una volta imparato lo schema del Kata, lo stesso deve essere eseguito ripetutamente, finché non si è in grado di eseguirlo in condizioni di necessità, perché la sola conoscenza dello schema è perfettamente inutile. Quindi sebbene l’allenamento singolo del kata sia molto importante, non dovrebbe essere considerato come l’unico. Pertanto a meno che non siate effettivamente in grado di applicare le tecniche del kata in una situazione di pericolo, sapere eseguire un perfetto kata è perfettamente inutile, dobbiamo essere sicuri di progredire nel nostro allenamento attraverso gli stadi successivi.

Il secondo stadio dell’allenamento del Kata, è lo studio dell’applicazione efficace delle tecniche del Kata, (Bunkai). Dovete quindi allenarvi nell’applicare le tecniche del kata con il vostro compagno d’allenamento. Qui però bisogna necessariamente fare una distinzione tra un Bunkai realistico e la maggior parte dei Bunkai coreografici di combattimenti tra Karateka. Questo perché i kata non sono stati ideati per combattere contro un karateka, essi erano intesi come tecniche da utilizzare nell’autodifesa, perché in situazioni reali, le persone non assumeranno mai posizioni statiche per poi eseguire un Oi-Tsuki a 2 metri di distanza. L’applicazione dei Kata deve essere semplice e a distanza ravvicinata indipendentemente da come l’aggressore porterà il suo attacco. Una volta acquisito e compreso le applicazioni pratiche del Kata, dovete iniziare a includere variazioni di queste tecniche nel vostro allenamento, secondo l’esperienza pregressa. Pertanto un Kata correttamente studiato e allenato diventerà un sistema di combattimento efficace. e qui purtroppo troviamo il fallimento del Karate moderno, nel fatto che i kata, raramente sono sufficientemente studiati e approfonditi. Sensei Hironori Otsuka, diceva: è ovvio che i kata devono essere allenati, ma non bisogna fissarci su questo. Dobbiamo uscire dalla riproduzione della forma, chi si limita a riprodurre la forma, fa qualcosa di perfettamente inutile. E’ necessario alterare l’allenamento della ripetizione del Kata senza esitazione, per produrre innumerevoli forme di allenamento. Sostanzialmente non è altro che un’abitudine creata in un lungo periodo d’allenamento, e poichè è un’abitudine diventa un gesto naturale non esitante che arriva dal subconscio. I kata esprimono il perfetto esempio dell’essenza dei principi di un sistema di combattimento che devono essere memorizzati. I Kata non memorizzano ogni singola tecnica, combinazione o variazione di un intero sistema! Come potrebbero? Per trarre il massimo da ogni singolo Kata dobbiamo allenarci variando le tecniche senza mai snaturare ciò che ogni singola tecnica rappresenta. Questo è il terzo stadio di apprendimento del kata.

Il quarto è più trascurato stadio è l’allenamento dell’applicazione delle tecniche, variazioni e principi nella pratica reale. Per fare il vostro allenamento del Kata, dovete affrontare una serie di situazioni realistiche con un avversario. Non c’è somma di allenamento in singolo o esercizio sulle tecniche con un compagno compiacente che vi darà l’abilità di cui avrete bisogno per applicare ciò che imparereste in una situazione reale. Sebbene uno studente inizi dal primo stadio e progredisca al quarto, dovrebbe sempre ricordare che gli stadi precedenti non devono essere abbandonati, ma anzi, ulteriormente praticati.

Il quarto stadio di allenamento è indubbiamente il più realistico, ciò nonostante non si deve mai abbandonare i precedenti quando sarete abbastanza preparati per affrontare l’allenamento del Kata con un compagno. La pratica di allenamento singolo vi permetterà di affinare la vostra tecnica, (è anche un ottimo sistema di allenamento quando il vostro compagno non può allenarsi). La pratica del Bunkai, (stadio 2) e le variazioni (stadio 3), svilupperanno la vostra abilità nell’applicazione delle tecniche. Potrete diventare combattenti ancora più versatili con la comprensione dell’essenza dei principi dei Kata perfezionati attraverso il terzo stadio. Viceversa, così come la vostra abilità nell’applicazione dei Kata aumenta, anche la qualità del vostro allenamento della sola forma dei Kata diventerà più significativa e psicologicamente più intensa. E’ solo quando vi muoverete oltre la forma attraverso gli altri stadi di apprendimento successivi che diventerà chiaro quanto possa essere pragmatico e olistico il Karate.

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