Carlo Cocorullo

Ci sarebbero molte, troppe cose da dire, mi permetto di dirne solo alcune.

9 nuove cinture nere, shodan aikikai (1 assente giustificata) in una disciplina che non sta attraversando un momento florido numericamente parlando è un traguardo importante.

Ribadisco, comunque, un concetto importante e spesso travisato.

Un gruppo di 5/6 praticanti insegnanti inclusi, in una palestra di crossfit o simili, non è un dojo.

È una incubatrice.

Un posto dove, per comodità degli allievi dal culo pesante gli offri la possibilità di praticare vicino casa.

Ma non è un DOJO.

Dove il responsabile di dojo si ammazza di rotture di scatole di 40 e passa praticanti.

Il corso di aikido presso la palestra X è una iniziativa importante e di tutto rispetto, ma ha un senso solo se di pari passo dell’umiltà dell’insegnante di fare riferimento ad una realtà consolidata.

Se manca questo è solo un modo di gratificare l’ego del sedicente maestro che si sente investito degli *onori* di essere un riferimento per gli allievi, senza gli *oneri* di un reale responsabile di dojo.

Un ringraziamento al Maestro Fabio Mongardini Fabio Mongardini che mi ha patrocinato nel percorso, alla pazienza di Patrizia Corgiat e di tutto il progettoaiki per avermi accettato nonostante io sia quello che sono.

Complimenti ai nuovi shodan.

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