
Giappone il respiro del sole.
e venite qui da noi in Giappone incontrerete una serie di usanze con le quali non è sempre facile familiarizzare.Rapportarsi in modo corretto, rispettando le usanze locali, è per lo più una questione di dettagli e sfumature.Per esempio, imparare l’arte dell’inchino e saperlo fare al momento giusto; oppure sapere su quale lato camminare mentre si è in strada – o ancora – ricordarsi di dire “itadakimasu” (いただきます) prima di mangiare, sono tutti aspetti e pratiche che rendono la cultura giapponese unica.L’inchino è un gesto quotidiano particolarmente diffuso in Giappone.Gli inchini si fanno quando si conosce qualcuno, o anche per salutare, oppure nel rapportarsi a clienti e capi aziendali.
Nella cultura giapponese inchinarsi oltre ad essere un comportamento distintivo, è un gesto di educazione e umiltà.A seconda delle circostanze, esistono diversi gradi di curvatura, dai soli 15 gradi, fino ai 90.Non sappiamo con certezza da dove sia nata l’usanza di inchinarsi.Si dice che durante il periodo Yayoi (弥生時代), in Giappone, iniziò la pratica dell’inchino come gesto diffuso.Stiamo parlando di un’epoca remota – dal 400-300 a.C. al 250-300 d.C. Mentre, secondo altri, la pratica dell’inchino sarebbe arrivata dalla Cina, ma molto più tardi.Da ciò che si apprende sulla rivista National Geographic, la pratica dell’inchino sarebbe stata all’inizio appannaggio della sola classe nobile, per poi estendersi ai guerrieri samurai intorno al XII secolo. Si pensa che questa pratica sia stata ispirata dal buddismo: in effetti da tempi antichi, i devoti usano inchinarsi di fronte alle statue sacre.Sarà molti anni dopo, successivamente al periodo Edo, che anche la gente comune prese ad utilizzare l’inchino, adattandolo per differenziare le varie classi di persone, anche nel grado d’inclinazione.Chi è stato in Giappone, sa bene che le persone tendono a marciare sul lato sinistro del marciapiede. I giapponesi si mettono sulla sinistra in fila nelle scale mobili, e guidano sul lato sinistro.
Perché tutto questo?Ebbene, questa usanza deriva dalla storia dei samurai. Infatti, gli antichi testi ci svelano che i samurai usavano portare le spade sul lato sinistro.Siccome prendere contro la spada di un altro, poteva essere considerato un gesto minaccioso, per evitare problemi i guerrieri portatori di spada iniziarono a camminare sul lato sinistro.A Osaka si usa stare sul lato destro quando si cammina o si sta sulle scale mobili.Questo perché rispetto a Tokyo, Osaka era una città per lo più di mercanti, che di samurai.
I mercanti e i commercianti usavano portare borse e oggetti di valore sul lato destro e perciò presero a camminare sul lato destro delle strade.
Togliersi le scarpe appena si entra in casa è comune non solo in Giappone, ma anche in altri paesi asiatici come Cina e Corea.
Questa usanza, non è popolare solo nelle case, ma anche in alcuni ristoranti e negozi.Anche nelle scuole, si usano scarpe dedicate: infatti esistono calzature per indoor e outdoor.I giapponesi indossano spesso pantofole per proteggere i pavimenti, spesso molto delicati, lasciando le loro scarpe nello spazio detto genkan.
Tipi di inchino giapponese
Tipi di inchino giapponese
1. Seiza e l’inchino da seduto
Usato spesso nelle arti marziali e nella cerimonia del tè, trova la sua applicazione anche in eventi formali e funerali; la posizione di partenza è definita seiza (正座), ovvero “sedersi in modo corretto”.
2. Mokurei, il cenno del capo
Pur essendo largamente usato nella vita di tutti i giorni, l’inchino vero e proprio non è sempre richiesto: nel caso di parenti, amici e persone che si conoscono da tanto basterà un cenno del capo, il mokurei (目礼).
3. Eshaku, il saluto quotidiano
La profondità dell’inchino giapponese varia a seconda dell’età, della propria posizione sociale e del significato che gli si vuole dare; in caso di saluto generico si parla di eshaku (会釈), il meno profondo e usato per amici, colleghi e conoscenti.
4. Keirei, il riguardo
Si usa davanti ai propri capi o a qualcuno con una posizione sociale più alta; in questo caso ci si dovrà inchinare di più rispetto all’eshaku, senza però esagerare. La parola di riferimento è keirei (敬礼).
5. Saikeirei, il massimo rispetto
Un turista o uno straniero residente in Giappone difficilmente si ritroverà nella situazione di dover eseguire un saikeirei (最敬礼): si tratta infatti dell’inchino più profondo e formale di tutti e viene usato per mostrare il massimo rispetto, ad esempio in un’udienza con l’imperatore, o per porgere le più sentite scuse.
6. Dogeza, quando le scuse non bastano
E se il saikeirei non è abbastanza entra in gioco il dogeza (土下座), che prevede il prostrarsi completamente a terra. Questo tipo di inchino assume il significato di profondo pentimento per un’azione molto grave che si è compiuta, oppure viene usato per chiedere un favore enorme.
La posa estrema prevista dal dogeza (mani a terra e testa talmente bassa da toccare il pavimento) riprende quella che si assumeva nel Giappone antico per implorare per la propria vita ed ha un forte impatto sulle persone, in quanto umiliante per chi la esegue.
Come straniero non ti verrà imposto di imparare i vari inchini e il loro significato, ma se vuoi provare ricordati che un inchino perfetto alla giapponese prevede braccia lungo il corpo, schiena dritta e sguardo basso; all’inizio potresti sentirti un po’ impacciato, ma una volta capito il meccanismo ti verrà così naturale da inchinarti persino al di fuori del Giappone!