
Bruno Dal Boit
Se desiderate che il vostro apprendimento riguardo al Karate jutsu, si sviluppi in modo comprensibile, combattivo ed efficace, allora dovete fare del Kata il centro del vostro allenamento. Il Karate praticato al giorno d’oggi, è fatalmente limitato ad un metodo di calci e pugni, mentre l’insieme delle informazioni trasmesse dai Kata sono tantissimi. Infatti tutti i Kata contengono pugni calci, proiezioni, strangolamenti, leve articolari, lotta a terra ecc. ecc., per questo nel passato era normale per tutti gli stili concentrarsi su un’unico Kata. Il primo step, avanzando nello studio, sarà la pratica delle tecniche del Kata senza “partner”, che è il sistema di pratica che quasi tutti definiscono “allenamento dei Kata”, è la prima cosa che un Karateka impara è la sequenza effettiva del Kata, i meccanismi corporei necessari ad ottenere la massima efficacia, la corretta disposizione mentale ecc. Questo è un’importante sistema di allenamento, tenendo presente che se non siete in grado di eseguire le tecniche in modo corretto senza un avversario, non avrete nessuna possibilità di riuscire ad applicare le tecniche durante una reale aggressione, quando il vero aggressore proverà a farvi del male. Purtroppo, questo tipo di allenamento del Kata senza avversario, in tanti Dojo è anche l’unico. Una delle principali ragioni è che i criteri di valutazione, spesso si limitano solo all’apparenza, quindi se il Kata sembra bello, allora il Kata è fatto bene. Se invece partiamo dal concetto che il kata ha una sua funzionalità e uno scopo effettivo ben preciso, questo sarà un concetto errato. Per quanto mi concerne è sicuramente meglio valutare un Kata sulla sua efficacia reale, quindi se il Karateka è in grado di applicare correttamente le tecniche del Kata che esegue, allora il suo Kata sarà ben eseguito, indipendentemente da come appare. Attenzione però, non sto dicendo che l’allenamento solitario è efficace solo quando il risultato è diverso dalle apparenze. Un Kata efficace sarà sempre impressionante visivamente, ma l’estetica del Kata è sicuramente un risultato quasi irrilevante nell’insieme, rispetto allo scopo dell’allenamento del Kata. Pertanto eseguire un perfetto kata è inutile, dobbiamo essere sicuri che progrediremo nel nostro allenamento attraverso stadi successivi, e cioè applicare le tecniche del Kata con un compagno di allenamento. A questo punto è doveroso fare una distinzione tra un Bunkai realistico e la maggior parte della serie di coreografici combattimenti tra Karateka. Teniamo sempre presente che i Kata non sono stati ideati per combattere tra Karateka. Erano intesi come tecniche da utilizzare nell’autodifesa. Infatti in situazioni reali, le persone non assumeranno mai posizioni statiche per eseguire Oi-Tsuki a 2 metri di distanza. Quindi, partendo da questo presupposto, che i Kata sono stati ideati per essere usati in situazioni pericolose, dobbiamo anche pensare che sarebbe oltremodo improbabile incontrare un simile Karateka, specialmente uno che esegua le tecniche in maniera così formale. L’applicazione dei Kata deve essere semplice e a distanza ravvicinata, indipendentemente da come l’aggressore porterà il suo attacco. Una volta acquisite e comprese le applicazioni pratiche delle tecniche del kata, dovreste cominciare a includere variazioni di queste tecniche nel vostro allenamento, potrà così essere compreso che il Kata e nel suo insieme un sistema di combattimento autonomo. Comunque non potrebbe essere funzionale ricordare ogni singolo aspetto di questo sistema, in quanto il Kata diventerebbe troppo esteso. Indubbiamente sarà più efficace memorizzare le tecniche che riassumono i principi chiave di questo sistema. Purtroppo penso che il fallimento del Karate moderno, sotto questo aspetto, sia nel fatto che i Kata raramente sono sufficientemente studiati e approfonditi. Hironori Otsuka scrisse: è ovvio che i kata debbano essere allenati ed eseguiti abbastanza, ma non dobbiamo “inchiodarci” su questo. Dobbiamo uscire dalla riproduzione della forma. Chi si limita a riprodurre la forma ad oltranza, fa qualcosa di perfettamente inutile. E’ necessario alterare l’allenamento della ripetizione del Kata senza esitazione per produrre innumerevoli forme di allenamento. Sostanzialmente è un’abitudine creata in un lungo periodo di allenamento e poiché è un’abitudine diventa un gesto naturale non esitante che arriva dal subconscio della mente. Con questo Otsuka voleva dire di allenarci variando l’applicazione del Kata, altrimenti corriamo il rischio d’inchiodarci nella forma e con questo correre il rischio di diventare combattenti limitati. Pertanto seguendo il consiglio di Otsuka dovremmo allenarci in modo che la forma possa essere utilizzata senza alcuna esitazione i qualunque situazione ci si trovi. I Kata esprimono il perfetto esempio dell’essenza dei principi di un sistema di combattimento che devono essere memorizzati per trarre il massimo da ogni singolo Kata. Per cui dobbiamo allenarci variando le tecniche senza mai snaturare ciò che ogni singola tecnica rappresenta.