Valerio Piscitello

La cintura nelle arti marziali ha un profondo significato spirituale oltre che tecnico. Indossarla rappresenta un atto simbolico di giustizia, fedeltà e verità, e si porta attorno all’addome, zona considerata il centro energetico dell’uomo (hara o dantian), collegata a importanti punti energetici e chakra.

Annodare la cintura è un gesto rituale che sigilla la scelta di entrare nel percorso marziale, un “punto di non ritorno” che impegna a trasformare il modo di agire, pensare e muoversi. Ogni colore della cintura simboleggia una tappa di crescita spirituale e tecnica: dalla purezza e ignoranza iniziale della cintura bianca, alla maturità e responsabilità della cintura nera, che rappresenta non solo la maestria ma anche l’inizio di un nuovo cammino di perfezionamento e insegnamento.

La cintura nera, in particolare, è vista come simbolo di equilibrio tra corpo, mente e spirito (Shin Gi Tai), e testimonia dedizione, sacrificio e passione. È un segno visibile e tattile del percorso interiore del praticante, che evolve nella consapevolezza di sé e nel rispetto dell’arte.

La cintura è molto più di un semplice accessorio: è un simbolo di crescita, impegno spirituale, trasformazione personale e continuità nel cammino marziale.

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