fonte facebook Giacomo Spartaco Bertoletti. A cura dell’As Gojukai

E’ un manuale sostanzialmente pratico che descrive tramite una serie di fotografie in bianco e nero come si eseguono le forte fondamentali dello stile, il cui significato letterale è “duro – morbido”, fondato da Gogen Yamaguchi, il “gatto”

Le forme descritte, complete di embusen, sono gekisai ichi kata, sanchin, gekisai ni kata e tensho

237 pagine

3 euro

Dall’introduzione

Il karate do, ossia il karate moderno, nato da un’antica e terrificante arte di combattimento orientale, è oggi uno sport conosciuto e affermato in tutto i mondo.

Molti dei pregiudizi che ne avevano accompagnato la comparsa anche in italiani, sono stati spazzati via dalla pratica costante e serene di migliaia di atleti, guidati da istruttori consapevoli e preparati

Quest’opera è dedicata a tuti colore che, non avendo mai praticato il karate, vogliono finalmente avvicinarvisi, aiutandoli nella comprensione de questa che è la parte più importante, e nello stesso tempo più complessa, di quest’arte marziale: il kata

L’alteta già inserito in una palestra, troverà qui un’utile complemento alla pratica quotidiana, dissipando dubbie perplessità che posso accompagnano l’apprendimento

Indispensabile infine sarà per tutti i praticanti del karate stile goju yu, che avranno modo così di curare la loro preparazione in ista degli esami di passaggio di grado, dei quali i kata in oggetto sono materia fondamentale di valutazione

M° Paolo Dalla Dea

Lo stile goju ryu

Cosi come molte sono le strade che portano al cuore di una grande città, così molte solo le “vie” che si possono percorrere verso l’apprendimento di un buon karate

Queste “vie” in giapponese “ryu” non sono altro che gli odierni stili di karate, differenti tra loro per alcune impostazioni, ma sostanzialmente simili perchè provenienti tutti da un unico ceppo: le arti marziali cinesi, filtrate dall’esperienza degli isolani di Okinawa

Ogni stile arroga a sé le migliori qualità e le più forti caratteristiche, e non è rato trovare persino istruttori che, elogiando la propria scuola, sottovalutino, o addirittura denigrino, quella degli altri. Non si potrebbe fare errore più grande

Il buon praticate deve calarsi nella prospettiva di un viandante che, insieme a molti compagni, desiderava arrivare alla meta

Anche se le strade sono diverse, per tuti i cammino è difficile e faticoso, e non è detto che le esperienze fatte da coloro che avanzano per un’atra pista, non possano un giorno giovane anche a noi

Il bagaglio più interessante di ogni stile, quello che lo rende “originale” e lo distingue dagli altri, è rappresentato indubbiamente dai kata

Anche un karateka alle prime armi potrà dire guardando l’esecuzione di un buon kata, di quale stile si tratti, e questo perché ogni “scuola” ha le sue caratteristiche peculiari: nella posizioni, nel modo di portare gli attacchi, di parare o di schivare i movimenti del nemico, di respirare

Noi della scuola goju ryu (in giapponese go=duro, ju morbido, cedevole, ryu scuola, la scuola che unisce in sé fermezza e cedevolezza), siamo molto orgogliosi della possibilità che ci è offerta di mostrare i nostri kata

Essi sono la parte più bella del nostro stile e noi cercheremo con modestia di insegnarle i principi

La goju ryu è famosa nel mondo del karate per l’uso di posizioni antiche, tradizionali, provenienti dal repertorio cinese, posizioni invero oggi poco usate, ma forse proprio per questo più inattese dall’avversario e quindi, lungi dall’essere superate, più efficaci.

La caratteristica più saliente del goju ryu è senz’altro la respirazione profonda e rumorosa con la quale vengono eseguiti alcuni suoi kata

Gli storici dicono che quando il maestro Chojun Miyagi (10° dan e fondatore dello stile goju ryu) eseguiva i kata sanchin, agli animali vicini scappavano terrorizzati e gli uomini si sentivano rimescolare il sangu nelle vene, al suono rauco delle sue espirazioni

In quest’opera intendiamo presentare 4 kata fondamentali e esclusivi dello stile goju ryu: gekisai ichi kata, sanchin, gekisai ni kata e tensho

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