
Defendi Alfredo
Nel panorama dei kata dello stile Shotokan, Unsu rappresenta una delle forme più avanzate e affascinanti. Il nome stesso, 雲手, significa “mani come nuvole”, evocando il movimento fluttuante e imprevedibile delle nuvole spinte dal vento. Ma come ogni kata, Unsu non è solo un insieme di tecniche: è un’espressione profonda dello spirito marziale, un dialogo tra il corpo, la mente e l’etica del karate-dō. Il kata è la vera essenza del karate. Il Karate è come l’acqua bollente: se non lo si tiene costantemente al fuoco, si raffredda.” Unsu è uno di quei kata che riaccende il fuoco interno, sfidando l’allievo avanzato a mettere in armonia la forza esplosiva con la fluidità, il controllo con la spontaneità. Unsu non è solo tecnica: è una metafora vivente del percorso del karateka. Il kata alterna momenti di grande potenza e accelerazione – come i salti, le rotazioni improvvise e i colpi esplosivi – a momenti di immobilità e profondo radicamento, in cui il corpo si ferma ma la mente resta vigile. Ciò riflette la vera natura del combattente: “Nel karate non si attacca per primi. Il vero significato è la difesa della pace e l’autocontrollo.” Così, in Unsu, le tecniche sembrano esplodere, ma sempre sotto il dominio di una volontà calma e centrata. Il salto emblematico del kata, in cui si ruota e si ricade in posizione, simboleggia la capacità dell’uomo di rialzarsi con equilibrio dopo ogni tempesta, proprio come un guerriero che affronta la vita con spirito imperturbabile.
Praticare Unsu richiede padronanza tecnica, ma ancor di più maturità interiore. Non può essere affrontato superficialmente: ogni gesto deve essere vissuto, ogni passaggio deve rispecchiare il principio di semplicità e sincerità. Unsu ci insegna che la vera forza non è nella violenza, ma nella padronanza di sé. L’allievo che pratica questo kata con consapevolezza scopre che ogni movimento è un passo nel cammino del dō, e che la vera vittoria non è sull’avversario, ma su sé stessi.