JIGORO KANO

 

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nacque nell’ottobre del 1860 nella città di Mikage. Nel 1877 si iscrisse alla scuola di Ju-Jitsu del maestro Fukuda della scuola di Tenjin-Shinyo-Ryu. Dopo la morte del maestro Fukuda studiò col maestro Iso, della Tenjin-Shmyo-Ryu e dopo la morte di quest’ultimo, passò con Tsunetoshi Iikubo della scuola di Kito-Ryu.

Nel 1882 Jigoro Kano aprì la sede del Kodokan in una sala del tempio Eishoji vivendo in comune con i propri allievi (9 in tutto con un tatami di circa 24 metri quadri). Nel 1886, dopo due spostamenti di sede, il Kodokan si installò a Kudan Kami-Fujimi-Cho: la superfice dei tatami era circa 80 metri quadrati.

In quell’anno, in un torneo organizzato dal prefetto Mishima, gli allievi del giovane Kodokan si batterono alla pari con i veterani campioni di Ju-Jitsu: ciò creò grande celebrità al Kodokan.

 

Nel 1887 Kano istituì il Ju-no-kata. Nel frattempo si era laureato e cominciava a ricoprire incarichi pubblici. Nel 1897, con un gruppo di allievi di alto grado, stabilì il «Gokyo», cioè il metodo di insegnamento diviso in 5 sezioni. Nel 1907 stabilì il Kime-no-kata, il Katame-no-kata, il Nage-no-kata . Nel 1909 trasformò il Kodokan che, da impresa privata, divenne una società legale. Nel 1922 fu rivisto l’antico Gokyo sopprimendo talune tecniche e aggiungendone di nuove.

 

Jigoro Kano viaggiò moltissimo allo scopo di diffondere il suo Judo Kodokan che ormai aveva soppiantato il vecchio Ju-Jitsu.

Morì il 4 maggio 1938 sul piroscafo Hikawa Maru che lo riportava in patria dopo un viaggio al Cairo in preparazione delle Olimpiadi. Il Judo fece l’ingresso nei giochi olimpici nel 1964 a Tokyo. Nel 1958 si inaugurò la nuova sede del Kodokan in Tokyo, con 5 sale di Judo e 2000 tatami di superficie (circa 4.000 metri quadrati’) .

 

Scriveva Jigoro Kano: «Io studiavo il Ju-Jitsu non solo perché lo trovavo interessante, ma anche perché capivo che era il mezzo più efficace sia per l’educazione del corpo che dello spirito e da questo fatto mi è venuta l’idea di diffonderlo dovunque; ma era necessario migliorare il vecchio Ju-Jitsu per renderlo accessibile a tutti perchè lo stile antico non era previsto nè immaginato per l’educazione fisica o morale e la cultura intellettuale.

Quest’ultima infatti non era che un frutto casuale del vecchio Ju-Jitsu che era esclusivamente concepito per vincere.

D’altro canto, sapendo che ciascuna delle scuole di Ju-Jitsu aveva le sue qualità e i suoi difetti, ne conclusi che sarebbe stato necessario rifare il Ju-Jitsu anche come arte di combattimento.

Così, prendendo di volta in volta le cose più interessanti che avevo appreso nelle diverse scuole ed aggiungendovi mie personali invenzioni, io fondai un nuovo metodo per la cultura fisica e I’educazione mentale, come pure per vincere in combattimento; chiamai ciò “Judo Kodokan”.

Perché lo chiamai Judo invece di Ju-Jitsu? Perché io insegno non solamente il “Jitsu” (arte); certo io insegno “Jitsu”, ma è sul “do” (via) che io vorrei insistere specialmente…

Esistono due altre ragioni per le quali evitai il termine di “Jitsu”: una è che esistevano delle scuole che spesso si lasciavano andare a praticare tecniche violente e pericolose sia di proiezione come di leve articolari alle braccia e alle gambe per cui molta gente pensava che il Ju-Jitsu fosse una cosa da evitare, ed anche che in certe palestre la sorveglianza era insufficiente e gli allievi anziani picchiavano i giovani, così che il Ju-Jitsu era disprezzato come occasione di influenza nefasta sui giovani.

Io volevo dimostrare che ciò che io insegnavo non era cosa pericolosa e, nei metodi d’insegnamento, del tutto differente dal Ju-Jitsu.

La seconda ragione è che il Ju-Jitsu era caduto in discredito; alcuni maestri, per vivere, facevano delle esibizioni con i loro allievi, altri andavano a fare combattimenti fra i lottatori di sumo, queste pratiche degradanti per un’arte di combattimento mi ripugnavano.; ecco perchè evitai il nome di Jitsu e adottai Judo al suo posto.

E per distinguerlo dalla scuola di Jikishin-Ryu, che anch’essa impiegava il nome di Judo, chiamai la mia scuola “Judo Kodokan”, malgrado il titolo fosse un po’ lungo».

 

 

 

-Tratto da “Impariamo il Judo” del Maestro Giorgio Sozzi dir. tec. del Kodokan Cremona – realizzazione tecnica G.S. Bertoletti-

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