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La nostra storia

Documenti e ricostruzioni storiche

La storia del karate, in assenza di documenti scritti, può essere ricostruita solo attraverso la memoria storica del karate stesso, che è rappresentata dai kata. Al giorno d’oggi, gli stili si sono moltiplicati, nuovi kata sono stati creati e altri sono andati perduti per sempre, tuttavia è ancora possibile arrivare a ricostruire frammenti di forme antiche grazie al confronto tra gli stili.

Il karate entrò nel nostro paese nei primi anni sessanta e diffuso nelle principali città italiane dai primi cultori, veri e propri pionieri che lo avevano appreso nel corso dei loro viaggi, alcuni in oriente direttamente, altri a Parigi, che è considerata ancora oggi la culla del karate in Europa. Il 15 dicembre 1963 uno dei padri fondatori del karate italiano, Maestro Augusto Basile, insieme ai maestri Aarts Leeo e Stas per il Belgio, Cherix Bernard per la Svizzera, Karl Heinzk Kiltz per la Germania, Bell per l’Inghilterra, Delcourt e Sebban per la Francia dà vita a Parigi al primo congresso Europeo di Karate.

Molti generi di karate hanno avuto origine dal te e dal tōde di Okinawa, alcuni sono scomparsi mentre altri si sono sviluppati sino ai giorni nostri, divenendo stili. Nel XIX secolo le arti marziali di Okinawa erano raggruppabili in tre principali correnti: Shuri-te (l’attuale Shōrin-ryū), Naha-te (dal quale sono derivati Goju-ryu, Toon-ryu, ecc) e Tomari-te.