Intervista ad Antonio Corrias della palestra Hombu Dojo
Di www.hombu-dojo.it
Buongiorno M° Antonio Corrias, grazie per averci concesso una breve intervista.
– Dove nasce la sua passione per le arti marziali e cosa ha spinto a dedicarsi al \”Karate\”?
Antonio Corrias:
Come tutte le cose che funzionano… per caso, senza nessuna delle \”motivazioni classiche\” che spingono una persona ad iscriversi ad un corso, ma una volta iniziato, nel lontano settembre del 1979, non ho più smesso. Delle buone basi acquisite devo ringraziare il mio primo Maestro Carlo Frezzotti, a suo volta allievo del defunto M° Murakami (stile Shotokai). Ho poi continuato per la mia strada nell\’ambito dello Shotokan avendo la fortuna di incontrare nel mio percorso formativo i M° Kase, Nishiyama, Ochi, Oishi, Enoeda, Watanabe, Inoue, Kanazawa, Miura, Naito, Kawazoe ed il M° Hiroshi Shirai che seguo ormai dal 1988. Senza le buone basi di cui parlavo prima, non avrei potuto avere la costanza e la spinta a continuare ad allenarmi o per meglio dire seguire la mia strada (intesa come \”DO\”). Al M° Shirai va comunque il merito di aver saputo accendere \”quel fuoco eterno\” che in termini riduttivi potremo definire \”continuo spirito di ricerca e miglioramento di se stessi\”. Al M° Kase è legato il ricordo del \”livello Superiore\”, l\’essenzialità unita all\’apparente semplicità non disgiunta dalla massima efficacia. Per riassumere la Sua Arte: \”Zen in movimento\”.
100ma.it:
– La sua più grande soddisfazione legata alle arti marziali?
Antonio Corrias:
La pratica quotidiana. Pur avendo avuto trascorsi agonistici anche di livello internazionale, ciò è passato! Il futuro è una speranza, ma la quotidianità è una certezza, ed è l\’unica vera cosa di cui andare fieri e concentrarsi, perchè è sulla quotidianità che possiamo lavorare, quindi non \”sul farò\”… o \”io sono stato\”….
100ma.it:
– Come è cambiato o come si è evoluto il suo modo di praticare arti marziali nel tempo?
Antonio Corrias:
maggior studio, maggiore ricerca, maggiore attenzione al particolare maggiore ricerca dell\’essenzialità. Cercare il miglioramento affinchè la sostanza aiuti la forma e la forma la sostanza: lo studio del kata, kihon e kumite esprimono appieno questo concetto e sono il cuore del Karate-do
100ma.it:
– A chi consiglierebbe la pratica delle arti marziali?
Antonio Corrias:
A tutti! Considerando che \”Karate no shugyo wa issho de aru\” che tradotto significa: \”Il karate si pratica tutta la vita\” , anche iniziando a 40 anni, se si è fortunati, rimangono 40-50 anni di pratica…..! Sono molti gli esempi di Maestri che fino al loro ultimo giorno hanno avuto modo di onorare questa massima, fra cui il Maestro Funakoshi, vissuto fino all\’età di 89 anni.
100ma.it:
– Chi è il suo punto di riferimento?
Antonio Corrias:
Me stesso. Può essere motivo di fraintendimento fare un\’affermazione di questo tipo, ma è la verità. E\’ necessario sviluppare un\’autocoscienza e grande capacità critica verso se stessi (è questa la ricerca di cui parlavo prima); ma è essenziale capire continuamente se siamo migliorati rispetto al giorno prima. Ciò ci fa attivare i correttivi del caso e, rispondendo adesso in maniera \”ortodossa alla domanda iniziale\”, ci fa trovare i riferimenti esterni che possono essere motivo di miglioramento. Nel mio caso il Maestro Shirai rappresenta il mio punto di riferimento.
100ma.it:
– In un caso reale, secondo lei, le sue arti marziali sono efficaci e perchè?
Antonio Corrias:
Nel karate si ricerca anche lo \”yomi\”…., la percezione. In medicina la miglior cura è la prevenzione. In caso reale aver sviluppato la capacità di \”annusare il pericolo\”, forse è la più grande sicurezza. Se è possibile si riesce ad evitare… e se non è possibile siamo già pronti.
100ma.it:
– Ha un consiglio da dare a chi pratica Karate o in generale arti marziali?
Antonio Corrias:
Non smettere mai e \”sentire\” se la strada è quella giusta, andare alla fonte…. e soprattutto \”diffidate dalle imitazioni\”. I mezzi per migliorare e capire ci sono.