Profilo di un’atleta prodigio del kumite femminile

 eventskarate novembre 1989

 di Leandro Spadari  Samurai (novembre 1989)

 Nata a Roma il 7 gennaio ’68, di professione commessa, inizia a praticare il karate nell’’81 presso la palestra «Nagashi» del maestro Luigi Grisanti, che la segue ancora oggi negli allenamenti.
Negli anni ’83, ’84 e ’85 fa parte della coppia che per i colori della sua societá si è classificata prima a livello regionale e rispettivamente quarta, seconda e quarta a livello nazionale dei Giochi della Gioventú.
Sempre nell’’85 è prima classificata ai campionati italiani e terza agli assoluti.
Altri risultati nel kumite:
1986
— seconda ai campionati italiani
— prima agli assoluti
— prima al gran premio d’Italia
— seconda ai campionati italiani a squadre (assieme alle compagne Cinzia Grisanti, Sabrina Giuli, Daniela Loconte)
— prima ai campionati europei a squadre di Sion
— quinta ai campionati del mondo di Sidney
1987
— prima ai campionati italiani
— seconda ai campionati assoluti
— prima ai campionati italiani a squadre
— prima ai campionati europei a squadre di Santander (assieme alla compagna Debora Zega, alla Montacchiesi ed alla Guidotti)
— prima ai campionati del mondo di Budapest
1988
— prima ai campionati italiani juniores
— seconda ai campionati italiani seniores
— seconda ai campionati europei
— terza ai campionati italiani a squadre
1989
— prima ai campionati italiani a squadre (assieme alle compagne Grisanti, Ciulli, Loconte, Zega Debora e Luana, Sardella)
— seconda ai campionati europei di Parigi juniores
— terza alla Coppa del Mediterraneo.
Categoria di peso: kg 53
Consegue la cintura nera nel dicembre ’84
Tokui-waza: nagashi-zuki
Tokui-kata: chinto
Hobbies: karate, karate, karate… e musica
Con Anna Di Cesare e il suo maestro, Luigi Grisanti, avevamo un vecchio «debito» giornalistico… nel senso che volevamo dedicarle un articolo sin dai tempi delle sue prime affermazioni ai Giochi della Gioventú, nell’’83 o giú di lí.
Rimanda, rimanda, quella che allora era solo una promettente speranza del karate femminile è cresciuta tecnicamente ed agonisticamente sino a raggiungere livelli impensabili ed a poter vantare, ancora giovanissima, un curriculum che non esitiamo a definire impressionante. E oggi, che finamente ci siamo decisi a riparare l’omissione, il compito appare piú difficile: che dire infatti di un’atleta per la quale parlano da soli, e nella maniera migliore, gli splendidi risultati di gara?
Cosí, non molto aiutati a dire il vero da Anna — ragazza dal carattere alquanto schivo e poco portata alle chiacchiere: si vede che preferisce i fatti! — siamo riusciti, ma con grande fatica, a farla parlare un pochino di sé e della sua esperienza nel karate.
«Ho iniziato a praticare — ricorda sorridendo — a séguito di quella che è stata quasi un’imposizione da parte di mio zio, Luigi Grisanti. Il karate mi ha conquistato sin dalle prime lezioni: ho capito súbito che con questa disciplina avevo trovato un mezzo per poter esprimere compiutamente la mia personalitá e per valorizzarmi con l’aspetto agonistico».
Che benefici ti sembra di aver ottenuto dalla pratica del karate?
«Di carattere sono sempre stata un tipo piuttosto aggressivo ed impulsivo. Senza dubbio ho acquistato una maggiore sicurezza interiore, sono diventata piú riflessiva: in una parola sono maturata, ritengo, in meglio».
Con che «spirito» normalmente affronti l’impegno di gara?
«Sono in preda spesso a sentimenti contrastanti: da una parte, sono ben determinata ad affermarmi e ad esprimermi al massimo delle mie possibilitá, dall’altra, temo sempre di commettere errori, di non riuscire a farcela deludendo quanti fino a quel momento hanno creduto in me».
Il karate, di cui parli ancora oggi con tantissimo entusiasmo, ti ha mai riservato delusioni?
«No, nessuna delusione. Per contro soddisfazioni tante, ma quella che ricordo con maggior piacere è la vittoria del Nagashi nel campionato italiano a squadre ’89: un successo che è stato il successo di tutta la nostra formazione».
Il rapporto con il tuo maestro è sempre stato soddisfacente?
(Sorridendo, giacché il maestro Grisanti, che assiste all’intervista, si è fatto di colpo molto attento, n.d.r.). «Direi proprio di sí. Devo dire che riesce sempre a comunicare il meglio di sé e ad ottenere, sia da me che dagli altri allievi, il massimo».
Che difetti e qualitá ti riconosci?
«Tra i primi sicuramente una notevole testardaggine: tra le seconde, la costanza, la voglia di fare, la grinta».
Progetti per il futuro?
«Continuare naturalmente la pratica del karate a livello agonistico. Spero di poter partecipare ai prossimi campionati del mondo e di ottenere un ottimo risultato!».
Un commento finale su Anna Di Cesare, lo lasciamo — com’era giusto — al maestro Grisanti: «Anna è una ragazza dal carattere modesto: in palestra è molto attenta ed ha la grande capacitá di fare immediatamente suo tutto quello che le viene proposto. Ha grinta e decisione ed anche se sotto l’aspetto tecnico deve ancora migliorare, riesce sempre ad ottenere tutto quello che si prefigge. Non può essere considerata ormai all’inizio della sua carriera agonistica, ma certo è ancora lontana dall’apice. Se continuerá come mi auguro con la stessa decisione, passione e volontá che ha dimostrato sino ad oggi sono certo che tanti altri prestigiosi traguardi non le sfuggiranno, anche mettendo nel conto la fortuna, beninteso, che alla pari di tutte le altre componenti può concorrere in maniera decisiva ai fini del risultato. È pure vero che sino ad oggi ad ogni gara Anna ha fatto medaglia: penso che allenare un’atleta come lei sarebbe un piacere per qualsiasi maestro e concludo che questa ragazza ha in sé tutte le caratteristiche e tutte le potenzialitá di un vero, grande campione…».

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