PREMI ASI 2004: IL RODIGINO GIACOMO LABARBUTA

MIGLIOR DIRIGENTE NAZIONALE

eventskarate 23 luglio 2004

addetto stampa

Si è svolta a Roma il 22 luglio u.s. nell’incantevole cornice del Golf Club Parco di Roma, la festa per il decennale dell’ASI (Alleanza Sportiva Italiana), ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni.

 

Molti gli ospiti della serata, presentata da Marco Mazzocchi e da Zaira, sia dello sport come il pugile Vincenzo Cantatore e il rugbista Diego Dominguez, sia della politica: il vice-premier Fini, il ministro Gasparri, il vice-ministro Baldassarri e il Senatore Curzi,  il Presidente del Coni Petrucci e il sottosegretario Pescante. Per la carta stampata, il Direttore del Corriere dello Sport Italo Cucci.

Grande la soddisfazione per il Presidente dell’ASI Claudio Barbaro per i successi dell’ente colti in questi anni: quasi 400mila gli atleti tesserati, 5488 le società affiliate, 121 i comitati provinciali e regionali operanti.  Oggi tra le finalità dell’ASI non c’è solo lo sviluppo della pratica agonistica, il desiderio del conseguimento di risultati sportivi, la formazione d’atleti in grado di competere a livello internazionale, ma anche la proiezione verso il sociale.

Nella serata sono stati consegnati cinque premi: a Marta Capurso, campionessa di short track, come migliore atleta, al comitato provinciale di Lecce, alla società Fiamma Monza di calcio femminile.

Il riconoscimento come  migliore Dirigente Nazionale dell’anno è stato assegnato al prof. GIACOMO LABARBUTA, rodigino, Presidente Provinciale dell’Ente, nonché responsabile nazionale del settore Karate, con la seguente motivazione:” per aver saputo , in breve tempo dalla nomina , sviluppare una programmazione delle attività di notevole livello tecnico e organizzativo; per l’impegno profuso nella promozione di iniziative didattiche e metodologiche, dedicate all’età giovanile”.

Molta commozione ha destato il premio alla memoria di Fabrizio Quattrocchi ricordato come atleta d’arti marziali, consegnato alla sorella Ignazia. Un omaggio a chi, messo di fronte alla morte, ha dimostrato dignità e forza. Un esempio quello di Quattrocchi che l’ASI vuole rinnovare intestando a suo nome una sezione del premio annuale “Sport e cultura”: quella del gesto umanamente più rilevante riservato ad atleti, tecnici e dirigenti.

In chiusura Gianfranco Fini ha ricordato che Fabrizio Quattrocchi, con il suo gesto, ha amplificato il concetto di lealtà nello sport, lealtà verso se stessi, verso le regole e gli avversari. Parole chiare, con un’implicita condanna del doping e di tutte le scappatoie che purtroppo sembrano essere una costante di un certo tipo di sport. Valori e ideali che l’ASI ha nel suo patrimonio genetico.

 

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