Si chiude un’era, la  Fiam  gira pagina e sceglie …

 

THE GOLDEN MAN

 

 

Maurizio Micheli, già azzurro di karate e oggi imprenditore di successo, succede a Ennio Falsoni alla guida della storica sigla.

 

di Giorgio Meloni

 

L’Hotel Excelsior S. Marco, uno dei più prestigiosi a Bergamo, ha fatto da degna cornice all’Assemblea Straordinaria indetta dalla Fiam lo scorso 17 luglio. La data è storica , perché segna la fine di una gestione importante, quella di Ennio Falsoni che a causa della sua presidenza alla guida della Federazione Italiana Kickboxing (riconosciuta dal Coni nel 23 marzo scorso), ha dovuto inevitabilmente lasciare. Le due presidenze risultavano incompatibili e di qui le sue irrevocabili dimissioni. Ma, come lui stesso ha tenuto a precisare nel  corso del suo ultimo discorso in Assemblea, se quella era la ragione “formale” che lo aveva indotto alle dimissioni, è vero anche che lui avrebbe lasciato lo stesso al termine del primo quadriennio di vita della nuova Fiam- fondata nel 2000- ( come è noto, la vecchia Fiam ha cambiato nome e pelle ed è diventata Federazione Italiana Kickboxing appunto). La ragione vera delle sue dimissioni dunque ha  motivazioni più complesse: il fatto che la sua immagine sia sempre più legata alla kickboxing (sia a livello nazionale che internazionale) rispetto al Karate; le grandi delusioni provate dai comportamenti di alcuni personaggi che invece avevano avuto da lui la massima fiducia; il clima non certo idilliaco in cui versa il karate italiano tutto, così frammentato, così diviso, così tipicamente italiano e che a lui non piace più. Si badi, il “clima”, non il “karate” che resta la sua prima vera grande passione.

“Sono soprattutto schifato dal comportamento di certi pigmei del karate italiano che, senza mai aver vinto nulla d’importante nella loro vita agonistica, ma per il semplice fatto di avere qualche centinaio di allievi, pensano di essere chissà chi, si atteggiano a divi, a  deus ex machina di certe situazioni e ci intorbidano la vita”  – ha detto a un certo punto del suo intervento Ennio  Falsoni  che ha poi così proseguito:

“ Le mie dimissioni sono quindi doverose perché io ero preposto alla scelta dei tecnici che dovevano guidare la federazione e pertanto, mi assumo tutte le responsabilità degli insuccessi”.

Aveva qualche rospo da sputare l’uscente  combattivo  presidente, e lo ha fatto alla sua maniera, in maniera molto diretta, citando alcuni personaggi anche con nome e cognome. Dopo aver ringraziato poi gli amici di sempre che gli sono stati vicini  sia nella vecchia che nella nuova Fiam, come Antonio Caridi, Rodolfo Corazzo e Dario Gamba, dopo aver premiato col 5° dan Giovanni Caridi (oggi avvocato) – che è stato più volte campione del mondo WKO e una delle bandiere della Fiam-, Falsoni ha presentato il suo successore.

Fortunatamente il presidente uscente non si è limitato ad andarsene, ha pensato soprattutto al futuro della sua federazione. E   la sua Assemblea gli ha dato ragione nella scelta fatta di  passare lo scettro di comando a un noto bergamasco, stimato in tutto il mondo , eletto all’unanimità dai soci Fiam.

Maurizio Micheli è stato allievo di un allievo di Ennio Falsoni, Casimiro Rota. Ha fatto parte della squadra azzurra della Fitak ai tempi dei Di Luigi, Gilardi, Sacchi ( tutti con lui nella nuova Fiam) . E’ stato pluri-campione Europeo, per tre volte terzo classificato ai mondiali, molteplici volte campione italiano nei pesi massimi, insomma è stato un karateka vero e di successo. Nella sua palestra sono esposti coppe, medaglie e targhe di riconoscimento, che superano il computo di più di

settecento risultati vittoriosi. Maestro stimato, ha sempre insegnato, e tuttora insegna Karate; dalla sua scuola sono usciti ottimi atleti, istruttori e arbitri.  Di analogo segno, ove non superiori, sempre in crescendo, sono i risultati, inconfutabili e tangibili, costantemente conseguiti da  Maurizio Micheli, imprenditore di indiscusso successo nei settori dei servizi logistico dei trasporti (è presidente del Gruppo Italfresco S.p.A, con piattaforme in tutto il centro-nord Italia)  nel settore alimentare (è amministratore unico di Italfruit s.r.l., azienda di primaria importanza nel settore alimentare della quarta gamma), amministratore di Italfresco Servizi (azienda pilota, specializzata nell’assistenza alle vendite della grande distribuzione); è amministratore unico di Giò s.r..l. (società all’avanguardia nel settore call center del marcato alimentare, con vendita telematica); è amministratore di Giò Technologies s.r.l., (che si occupa di archiviazione fisica di documenti e ottica su sistemi portali) Uomo di riconosciuta genialità, di chiara fama, che riporta tangibili successi in ogni sua  iniziativa imprenditoriale, dotato di grande lungimiranza organizzativa, e  strategia commerciale, giovane, dinamico, grande appassionato di karate, Maurizio  Micheli saprà certamente imporre un nuovo corso al karate Fiam soprattutto. Non a caso ha puntato sui vecchi compagni di nazionale, sui grandi campioni di un recente passato come  Bruno Gilardi, che occupa la vice-presidenza, come Massimo Di Luigi e Giuseppe Sacchi , tra i tecnici di maggior spessore in Italia. Intorno a loro, tutta una squadra di uomini politici, liberi professionisti e politici che supporteranno l’organizzazione.

“Il segreto del mio successo nel mondo imprenditoriale viene dall’innovazione. E’ ciò che intendo fare anche nel mondo del karate” – ha detto Micheli durate il suo intervento di presentazione della sua squadra- e non c’è motivo per dubitarlo.

A Bergamo è conosciuto come l’uomo dal “golden touch” – quello che tocca diventa oro.

Accadrà anche alla Fiam.

 

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