Wado Ryu – La continuazione…

 Eventskarate 01luglio 2004

di Tiziano Talon

Per gentile concessione della rivista Samurai Banzai
Mese di Giugno – Anno 2004

 “Mudana dosa”, che tradotto vuoi dire “eccesso di movimento” o movimento inutile, si riferisce a tutto ciò che non è strettamente finalizzato all’obiettivo finale.

E anche qui potremo soffermarci a pensare quante volte, nella nostra vita quotidiana, siamo portati a compiere molti movimenti, non finalizzati direttamente a ottenere un risultato immediato.

Per riuscire solo a evitare questi e altri errori, dovremmo sicuramente compiere un percorso, una via lunga e difficile, ma la soddisfazione e la gioia che potremo provare nell’ ottenere anche solo qualche piccolo risultato, credo non abbia prezzo. Certamente per ottenere questa condizione possono risultare utili alcuni presupposti che fanno parte della filosofia e della pratica del wado ryu.

Ricevere presuppone ascoltare e ascoltare presuppone silenzio, che vuol dire possibilità di concentrarsi, cioè entrare dentro anima, spirito e corpo (zen karate).

Sviluppare la capacità di entrare in comunicazione, e ascoltare il proprio corpo, le proprie sensazioni ed emozioni profonde.

Accettare, assorbire, elaborare e rendere propria l’informazione e il messaggio ricevuto. Allenarsi quindi quotidianamente e praticare applicando le regole e i principi.

Andare incontro significa voler collaborare e manifestare la propria approvazione e riconoscenza per ciò che mi viene proposto.

Questi sono solo alcuni elementi di riflessione, per ricercare la via dell’armonia e della pace interiore, che il maestro ha voluto lasciare agli studenti presenti allo stage. E cerco di spiegarmi meglio con un semplice esempio, preso dalla pratica. Se il mio avversario attacca con una tecnica di pugno o calcio, solitamente io posso pensare di anticiparlo, o agire di rimessa, uscendo e poi contrattaccando.

Nel wado, solitamente l’obiettivo sta nel cercare di uscire, evitare, lasciando intendere magari di assorbire, e in contemporanea entrare attaccando.

Sarebbe come cercare di entrare e uscire contemporaneamente dalla stessa porta.

Ma per uscire devo essere pronto e disponibile a ricevere, accettare e assorbire lasciando svanire l’attacco, e ad andare poi incontro cercando di esprimere la mia reazione positiva, che rappresenta a sua volta uno stimolo e un’occasione di riflessione e crescita per il mio avversario.

Un solo appello a tutti i responsabili di federazioni, enti, gruppi, associazioni, ai responsabili dello stile wado ryu, per una occasione come questa, dove poter apprendere il wado direttamente alla fonte, o da un maestro che ricerchi continuamente la proposta originale, incontriamoci nelle prossime occasioni se crediamo nell’importanza del nostro compito, e nel valore della nostra, permettetemi, meravigliosa disciplina.

 

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