Che cosa è il karate-do

eventskarate 2006

Prof. Alberto Nigi

Il Karate è un’arte marziale armoniosa che dona benessere fisico e serenità mentale a chiunque lo pratichi con serietà, rispetto e amore.
Il Karate dona i suoi benefici a tutti, a prescindere dall’età, dall’ambito sociale e dalle condizioni fisiche. È come un vestito: un buon sarto (in questo caso il Maestro) sa confezionarlo su misura per ciascuno. Questo è il vero segreto di un’arte morbida, antica e intelligente come il Karate: dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno.
Dal punto di vista psicologico esso dona sicurezza e autostima. Rifugge ogni forma di violenza, ma forma un carattere forte e malleabile nel contempo. Ricarica di energia invece di consumarla. Ti fornisce di una valida potenzialità auto-difensiva fino a renderti “invulnerabile” ai più diversi tipi di attacchi, da quelli fisici a quelli verbali e psicologici. Ti abitua a non lasciarti coinvolgere ed intaccare dalle stupide offese e dalle sciocche maldicenze, ad essere superiore e a riderci sopra. Ti aiuta a fare le scelte giuste nel momento giusto. Ti mette in condizioni di comunicare e dialogare con gli altri a testa alta, senza orgoglio, ma con quella fierezza che ti
viene dalla trasparenza e dal buon cuore… Perché tu sai che la tua coscienza è a posto e che in quel momento tutto l’universo è con te.
Questi doni ciascuno se li ritrova nella vita di ogni giorno quando si presentano problemi più o meno difficili da risolvere e difficoltà più o meno impegnative da superare.
Karate significa “mano” (te) “vuota” (kara). Ecco un antico sano principio: “Chi non possiede niente possiede tutto”. Ciò ha un sapore, per chi ci crede, di vero cristianesimo, ma esprime anche i principi del buddismo zen e del taoismo cinese. Al di là delle filosofie e religioni, ciò che conta è la predisposizione d’animo, la limpidezza della coscienza, la lealtà, l’onestà, la bontà.
La mano disarmata (vuota) non è mai offensiva e non può tradire chi la mantiene tale. Gli antichi maestri giapponesi dicevano: “Karate ni sente nashi”, ovvero: “Nel karate manca l’intenzione di attaccare per primi”. Esiste comunque il diritto all’autodifesa, quando essa è proporzionata all’aggressione. Se di notte, in una buia strada deserta penso di difendermi con un bastone, potrei cadere in due trappole: abuso di difesa contro un avversario disarmato, con le immaginabili conseguenze, oppure l’aggressore mi prende il bastone e mi percuote con la mia stessa arma, con tutta l’ironia del caso. Se ti difendi a mani vuote nessuno può prenderti un’arma che non hai. Difendersi a mani vuote è legittimo, ovviamente nell’idea di dissuadere l’aggressore, prima di giungere a soluzioni spiacevoli per tutti. Ciò dipende dalle diverse situazioni contemplate dalla legge.
Che cosa significa, allora, Karate-dō? Per capirlo bene bisogna entrare in una dimensione culturale molto particolare e molto diversa dalla nostra. Nella mentalità estremo-orientale il “Dō” (“Tao” per i cinesi, rappresentato dallo stesso ideogramma) significa “La via”, ovvero il “sentiero” da percorrere per giungere ad un determinato obiettivo che di solito è la formazione del carattere, la costruzione della persona, un più elevato livello di consapevolezza, il raggiungimento di una chiara coscienza di sé e del mondo, fino al cosiddetto “satori” che significa “illuminazione interiore”, “risveglio spirituale”, “sintonia con l’universo”.
Paure, ansie tensioni, sono sempre state create apposta dal “potere” (senza distinzione politica) in ogni società per soggiogare gli esseri umani. Più sei intimorito e più obbedisci a qualunque cosa senza discutere. Oggi questo è un fenomeno massificato e amplificato dalla televisione e dalle pubblicità. La gente teme tutto, ha paura di tutto, fino a cadere in gravi stati ansiosi e depressivi fino all’insorgere di vere e proprie crisi di panico. Sì, crisi di panico. Sempre più persone, specialmente donne, restano vittime di questa patologia psicosomatica. Ebbene, il Karate-dō, se praticato con gioia e costanza, può farti vincere le paure e puoi riappropriarti della tua identità e della tua robusta determinazione. La tua forza che sembra scomparsa, è solo momentaneamente assopita. Dunque puoi recuperarla con facilità, con un briciolo d’impegno e con l’aiuto del Karate-dō insegnato da un buon Maestro.

Chi è il Maestro

Prof. Alberto Nigi – Laureato in Lettere e poi anche in Psico-Pedagogia (Scienza e psicologia dell’Educazione), la sua vera professione è l’insegnamento come docente di Letteratura Italiana presso le scuole superiori. Si dedica a varie attività culturali nel campo della ricerca filosofica, linguistica, didattica e delle pubblicazioni. Autore di numerosi libri in vari campi di studio a cominciare dalla scienza della didattica, è stato punto di riferimento nell’avanguardia della riforma scolastica delle Secondarie Superiori. Ovviamente egli riserba, come sempre, il giusto tempo all’esercizio e allo studio del Karate-dō che non passa mai in seconda linea.
Pratica il Karate-dō (per hobby) fin dal lontano 1963, quando era appena sedicenne ed ha percorso tutto l’impegnativo tragitto che l’ha portato da allievo a Maestro, da cintura bianca 6° Kiu a Cintura Nera 6° Dan. Da qualche anno sta studiando la lingua giapponese per capire più in profondità il significato delle arti marziali estremo-orientali. È il “pioniere” del Karate-dō nella Provincia di Massa-Carrara. Portò tale disciplina a Massa da Viareggio nel 1963-64. A quel tempo tale Arte era praticamente sconosciuta e cominciò ad essere insegnata al numero 12 di Via Maternità, negli scantinati in cui Corrado Orrico (allora giocatore della squadra di calcio Sarzanese) aveva aperto un piccolo Centro Sportivo denominato “Athletic Club”. Esistono ancora alcune foto “storiche” di quell’epoca.

Sul Karate in particolare e sulle Arti Marziali in generale, ha pubblicato tre volumi di taglio storico, tecnico e scientifico, uno dei quali dedicato alla formazione degli insegnanti tecnici. Infatti è assolutamente necessario che l’insegnante possieda le dovute conoscenze e competenze per la garanzia di una seria professionalità specialmente quando ci va di mezzo la salute psico-fisca degli allievi. Tutti i genitori che affidano i loro figli ad un insegnante devono sapere con chi hanno a che fare per non ritrovarsi negli anni a spiacevoli sorprese, specialmente quando si tratta di discipline marziali.

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