RIPRENDIAMOCI IL KARATE

eventskarate 22 gennaio 2009

Di Dott. Giancarlo Di Filippo
Medico Federale A.K.S

Cari amici,
la nostra amata arte marziale sta attraversando un periodo come non mai confuso e turbolento. Forse è tutto lo sport ad essere un po’ malato, di eccessivo “professionismo” sempre più teso verso la ricerca di prestazione esasperata, frutto più di interessi economici che non di una sana ricerca della vittoria e del sano risultato sportivo.
Le cronache sportive riportano dettagliatamente le trame più intricate di illegali colloqui telefonici, di incontri tra personaggi che muovono interessi sempre più occulti e sempre meno sportivi.
I media ci aggiornano quotidianamente sui sequestri di quantitativi ingenti di sostanze dopanti, atte a migliorare le prestazioni di atleti, più o meno ignari di dover, prima o poi pagare il conto, con la giustizia o peggio, con la propria salute. Ma si sà anche questo è il mondo del professionismo! Anche se fortunatamente non è solo questo.
Il nostro karate è, per numero totale di iscritti nelle varie federazioni presenti sul nostro territorio, tra le prime dopo il calcio!
Ma allora, viene spontaneo chiedersi, come mai non si sia riusciti, dopo tutti questi anni, a farlo diventare una disciplina olimpica? Chi ha seguito le passate olimpiadi invernali ha visto lo svolgersi di simpatiche competizioni che vedevano atleti impegnati su una pista ghiacciata, intenti a lanciare una simil-pentola a pressione con l’ausilio di uno spazzolone da pavimento…Magie e misteri delle alchimie olimpiche. Ma il karate non può avere ancora la sua olimpiade!
Il karate non è da meno di tanti altri ben più famosi e blasonati sport, ma questo lo sappiamo e lo ripetiamo da tanti anni. Ma quello che, a mio avviso, ha impedito ed ostacolato la realizzazione di vederlo meritatamente ricoprire il posto che merita è stata l’eccessiva policitizzazione della disciplina e l’intransigenza di alcuni maestri legati al proprio stile, o più realisticamente, alla paura di confronti o giudizi di altri colleghi. Sono anni che noi, praticanti di karate, ci troviamo immersi in una miriade di sigle, di stili, di mode che fioriscono intorno alla nostra amata disciplina.
Assistiamo a spettacoli sempre meno edificanti dal punto di vista tecnico ma molto efficaci sotto il profilo marketing e “spettacolo”.
Chi pratica karate con lo spirito, il sacrificio, la passione che lo muove da anni non potrà mai accettare un discorso di questo tipo.
Il karate, quello vero, lo ripete sempre il maestro Ciccarelli, è la ricerca della tecnica e di una perfezione che non arriverà mai, ma che in quanto tale stimola lo spirito a tenere duro, anche nelle normali situazioni della vita.
Nel panorama italiano intorno al karate ruotano interessi economici e politici di pochi, saldamente legati alle proprie cariche federali, più che alle reali tradizioni di una disciplina che è un’ Arte Marziale!
Credo si debba capire cosa si vuol dare al karate e cosa se ne voglia ottenere.
Nell’ AKS io ho trovato persone( tante) e non le cito tutte per non trascurare nessuno, mosse da uno spirito ed un sentimento ancora “puro” e vero.
La mia intenzione ed il mio proposito è di portare l’AKS ad ottenere il giusto riconoscimento che merita.
Ma l’AKS siamo tutti noi iscritti! Ed il riconoscimento di cui parlo è avere la gioia e la soddisfazione di condividere tutti insieme una vera unica passione per la quale si affrontano sacrifici e dolori.
Cari amici, abbiamo tutte le carte in regola per poter fare le cose seriamente ed ottenere risultati entusiasmanti. Per fare questo però è necessario il supporto, la convinzione e la forza di ognuno di noi, dalle cinture colorate alle nere. Non vanifichiamo tutto quello che c’è di buono nell’AKS e nel nostro karate! Torniamo ad essere grandi ed uniti con la forza e la partecipazione di tutti!

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