ROBERTO DE LUCA : OVVERO UN ’INGEGNOSA INTUIZIONE CHE FINISCE IN TRIONFO .
Eventskarate 21 dicembre 2012
di Edgardo Sogno.
Conosco Roberto De Luca da quasi 40 anni ; sono suo amico e con lui ho condiviso momenti bellissimi e … discussioni feroci … grandi progetti e delusioni cocenti .
Abbiamo la stessa età e la stessa “visione” sportiva ; lo stimo e, seppur conosco molto bene i suoi limiti, posso dire con tutta sincerità che è un “grande” nelle arti marziali, uno che nel bene e nel male lascerà un “segno” nel karate nazionale.
Potrei ricordare le sue imprese come atleta negli anni 70 ed 80 , quando Capitano della nazionale la trascinò all’Argento ai Mondiali di Taiwan alle spalle dei “mostri sacri” inglesi che si chiamavano Charles, Sailsman, King, Mc Kay, Wyne .
E dei due titoli europei senior da lui conquistati praticamente da solo … senza coach (impegnato altrove) con il “conforto” del fido preparatore atletico De Vigili … in quel di Helsinki e nella “nostra” Venezia. Il G.S. Carabinieri sezione karate, lo ha visto prima come “ideatore” poi, per oltre 30 anni come Direttore tecnico; infine, potrei citare i suoi lunghi anni come allenatore della nazionale FIJLKAM “Seniores” e le medaglie mondiali conquistate dai ragazzi di tutte le “armi” a lui affidati… Potrei ma, quest’oggi, voglio parlarvi della sua più grande intuizione, ovvero di quella idea grandiosa che, nello sport, porta i più audaci, fortunati ma anche i più lungimiranti a gettare le basi per la conquista del massimo trionfo possibile da un atleta nello sport : l’oro ai Giochi …
Ebbene, il Maestro De Luca bravissimo karateka, carabiniere di “ferro” , ottimo tecnico …
circa 5 anni fa ebbe una intuizione; dopo l’ennesimo rifiuto , da parte del CIO , di un ingresso del suo amato karate ai Giochi di Olimpia, pensò bene di “aprire” il G.S. Carabinieri Roma al settore tae kwon do .
Immaginate gli immediati “attacchi” dentro e fuori la sezione, che fu costretto a contrastare.
Alcuni per meri interessi personali (c’era chi doveva “sistemare” il figlio o l’allievo prediletto infilandolo nell ‘Arma tramite il Gruppo Sportivo …), altri proprio non “capivano” l’importanza dell’intuizione di Roberto, altri, i “federali” , perché capirono immediatamente la “svolta” propugnata dal Comandante della sezione.
Tutti lo attaccarono, lo derisero, tentarono di scalzarlo (anche quelli che devono tutto al grande “zorro”): ma lui imperterrito, con l’appoggio dei vertici dell’Arma , che capirono in modo pragmatico il significato e le possibilità future del cambiamento , seguitò a costruire il suo progetto. Prese contatti con il Presidente Park e il segretario Generale Cito, apri il settore, si rimise in “gioco” rifacendo l’esame di cintura nera dell’arte coreana, iniziando con umiltà ad allenare i suoi ragazzi (molti dei quali campionissimi nel karate) alla difficile pratica del tae kwon do.
Piano piano la squadra crebbe , si iniziarono ad arruolare alcuni bravi atleti del tae kwon do ed i titoli , anche in questa nuova disciplina , iniziarono ad arrivare per i colori dell’Arma.
In breve anche le altre formazioni militari non fecero più “concorsi” per il settore karate (non olimpico) ed aprirono allo sport coreano .
Nel frattempo, con lungimiranza, il Maestro Roberto De Luca si è saputo muovere bene formando anche ottimi “dirigenti” e tecnici: qualche anno fa, un giovane Maresciallo già buon atleta di karate Paolo Cadoli (mi sembra di averlo conosciuto questo atleta … specialmente tra i 7 ed i 21 anni …se ricordo bene ), dopo aver frequentato la scuola di Velletri ha assunto la direzione della nuova sezione, mentre la responsabilità tecnica viene assunta dal generoso Iuri Schiavoni.
Il capolavoro si è completato tre anni fa con l’arruolamento di Carlo Molfetta già campione di notevole “spessore” arruolato, con convinzione, dal due De Luca – Cadoli.
Che dire, arriviamo cosi ai giochi di Londra di 5 mesi fa e qui c’è l’apoteosi, il trionfo di un atleta ma dietro di lui il trionfo di una intuizione: il carabiniere Carlo Molfetta conquista la medaglia d’oro nei pesi massimi umiliando il gigante africano (2,07 cm) e regalando ai suoi comandanti, all’Arma ed allo sport azzurro quella soddisfazione che tutte le medaglie (pur prestigiose) conquistate dai karatekas nostrani, non potranno mai darci (almeno fino a quando non saranno sport olimpico… cioè mai !!). Il “sogno” del grande Roberto si è avverato : grazie Maestro …