1° Wadoryu Day
Eventskarate 17 giugno 2013
Fonte:www.unionescuolekaratewadoryu.it
Addetto stampa USKW
Il giorno 16 giugno 2013 si è svolto a Roma il primo Wadoryu Day, manifestazione fortemente voluta dal maestro Roberto De Luca nell’ambito di un progetto moltopiù ampio e ambizioso di confronto tra le varie realtà che animano oggi il mondo del Wadoryu italiano e internazionale. La realizzazione di questo evento si è allacciata ad un’altra importante manifestazione di solidarietà organizzata e sponsorizzata dalla società Nautilus di Roma, in cui opera per il settore karate l’infaticabile Maestro Alberto Schiavoni, ossia “Nuotando con amore”, per la raccolta di fondi per il progetto “La Casa Nuova”. Vale riportare le parole di invito rivolte dall’anima organizzativa di questo evento, l’inesauribile maestro Fabio Tomei: “il concetto di SOLIDARIETÀ è un concetto quasi del tutto scomparso nell’odierna società “civile”, quasi più nessuno si ferma a pensare ai bisogni degli altri, chiusi come siamo nella nostra individualità. Dediti alla risoluzione esclusiva dei nostri di problemi, non ci accorgiamo della richiesta di aiuto che ci circonda. Il nostro stile, la nostra scuola, cui tanto orgogliosamente rivendichiamo l’appartenenza, nel corso del tempo ha preso il significato di “Via della Pace”, questo è successo nell’immediato dopoguerra quando, immaginiamo, la domanda di bisogno (specialmente in Giappone) era di vitale importanza. Ebbene vorremmo che questo spirito si perpetrasse con la nostra iniziativa, che si ricollega ad un’altra, “Nuotando con Amore”, che giunta quest’anno alla terza edizione, ha deciso di contribuire per il 2013 al sostentamento e incentivazione del progetto “La Casa Nuova” (qui di seguito il link http://www.lacasanuova.org/LA_CASA_NUOVA/LA_CASA.html). Il Maestro Alberto Schiavoni ha subito aderito a questa iniziativa che parte dal Centro Sportivo in cui opera, il maestro De Luca ha, da subito appoggiato questa idea, e nel contempo ha visto la possibilità della realizzazione di quello che è un suo punto di orgoglio da sempre: l’orgoglio di appartenere alla grande scuola del Wadoryu italiano e la voglia di voler, in qualche modo, riunire tutti gli appartenenti a tale scuola”. E così è stato. Con appuntamento alle ore 9 in punto, e dopo le parole di benvenuto e di ringraziamento del presidente del Comitato Regionale Lazio della FIK Roberto Mongardini, la prima parte della giornata dedicata al Wadoryu Day ha visto la partecipazione di un numeroso gruppo di karateka di ogni ordine e grado partecipare con grande impegno alle attività proposte. La prima parte della mattina ha visto lo svolgersi di alcune attività a livello di stage tecnico: i partecipanti sono stati divisi in due gruppi (adulti e bambini) che hanno lavorato sui due tatami messi a disposizione dell’organizzazione (il bello è che tutta la manifestazione si è svolta all’aperto in una splendida giornata di giugno) alla guida dei maestri presenti. Gli adulti hanno iniziato a lavorare col maestro Fabrizio Comparelli che ha proposto l’approfondimento del kata Pinan Yondan presentandone poi alcune applicazioni riscontrabili nel VII Ōyō Kumite (soprattutto la parata tenohira uke o teisho uke). Alla fine della lezione tutti hanno provato ad eseguire il kata specularmente, ossia partendo da destra, per apprezzare la difficoltà di eseguire movimenti che normalmente vengono eseguiti sempre e solo monolateralmente. Contemporaneamente sull’altro tatami i bambini iniziavano a lavorare col maestro Stefano del Nero (giunto appositamente da Bressanone per onorare l’iniziativa del maestro Schiavoni) sulle tecniche di base. La seconda parte delle lezioni seminariali hanno visto protagonisti il maestro Fabio Tomei, che ha presentato agli adulti i kihon kumite 5 e 10 (mettendo quindi in evidenza uno degli aspetti più peculiari dello stile wadoryu ossia quello di essere una sintesi tra il karate di Funakoshi e le esperienze di ju-jutsu compiute dal fondatore Hironori Otsuka), mentre i bambini iniziavano a eseguire i kata di basa alla guida della campionessa mondiale, nonché nome storico del karate italiano, Marina Sasso. Un’esperienza che certo i bambini non dimenticheranno. Finite le lezioni, tutti i partecipanti hanno eseguito un kata da soli, come in una gara. A seguito alcune dimostrazioni hanno chiuso in bellezza la mattinata: i ragazzi del maestro Schiavoni hanno eseguito alcuni Pinan al ritmo di tamburo suonato dal maestro in persona, gli allievi del maestro Tomei hanno eseguito alcuni semplici, almeno in apparenza, kata superiori (rohai e jitte) proponendone l’applicazione, un ragazzo ha eseguito un kata di kobudo con 2 nunchaku mentre alcuni piccoli karateka hanno offerto simulazioni di kumite. Le dimostrazioni sono state impreziosite dalla presenza di un ex allievo del maestro Schiavoni, ora campione internazionle di K1, Riccardo Lecca. Alla fine tutti i presenti sono stati premiati con una medaglia d’oro (simbolo dell’impegno dimostrato) e con un diploma commemorativo dell’evento. Ai maestri presenti è stata inoltre consegnata una targa ricordo come ringraziamento.
La seconda parte della giornata dedicata al wadoryu è stata la tavola rotonda organizzata dal maestro De Luca, e che ha avuto per oggetto l’analisi delle attuali realtà organizzative e federali presenti nel nostro stile. Un buon numero di maestri ha aderito a questa iniziativa partecipando in maniera attiva e costruttiva alla discussione seguita all’introduzione del maestro De Luca. Secondo De Luca, infatti, è di fondamentale importanza mantenere vivo il messaggio del fondatore Hironori Otsuka, ristudiare e riapprezzare le radici originali dello stile onde evitare che lo stile stesso si trasformi in altro. Citandone le parole: “Quello che mi interessa è il tuo aspetto mentale, critico, ma anche positivo. Comunque non perdiamoci in capziosità ed andiamo con ordine. Ti sto suggerendo di non disperdere ciò che il fondatore del Wado Ryu ha creato, un concetto che potrebbe apparire semplice, quasi banale, ma che nella realtà richiede molto allenamento e umiltà. Nella pratica quotidiana, è possibile fare tutto e il contrario di tutto, perché il karate è fantasia e creatività, ma noi Maestri abbiamo una grossa responsabilità nei confronti della tradizione e del sensei Otsuka: insegnare e tramandare la sua creazione. Altrimenti è un’altra cosa, non è wado. Per non disperdere questo patrimonio storico e culturale, ai miei colleghi Maestri, dico che abbiamo il dovere d’insegnare ai nostri allievi e futuri Maestri, il karate wado ryu “vero” e poi… ciascuno faccia quello che vuole, ma la storia è la storia. Io non ho personalmente nessuna ambizione, non mi sto inventando l’acqua calda, sto evidenziando con forza ciò che il Fondatore ha creato. Questo è”. Questo intervento, che non ha avuto altra intenzione se non quella di presentare un progetto, è stato seguito da una discussione dei maestri presenti che hanno cercato soprattutto chiarimenti dal punto di vista organizzativo e sugli obiettivi finali del progetto: la risposta del maestro De Luca è stata semplice: conoscere, in base alle esperienze e allo studio, il wadoryu ‘originale’, e grazie allo scambio apprezzarne anche le innovazioni sorte nel corso del tempo. Alla fine della tavola rotonda vanno segnalate le parole del maestro Schiavoni che si preoccupato di una questione di fondamentale importanza: “Se continuiamo a dividerci e a coltivare i nostri orticelli, cosa lasceremo ai giovani?)”.