M° ALBERTO EVANGELISTA 9° Dan I.K.O.

intervista del 01 agosto 2013 a cura di Massimo Boscolo

D:MAESTRO INNANZITUTTO LA RINGRAZIO PER LA SUA GENTILE DISPONIBILITA’ A QUESTA BREVE INTERVISTA, E INIZIO SUBITO COL CHIEDERLE IN CHE ANNO INIZIO’ LO STUDIO DEL KARATE E PERCHE’?

R: Iniziai nel 1964, per curiosità, dopo aver praticato molti sport (nuoto, calcio, atletica, paracadutismo civile e militare) il Karate mi appassionò subito e capii che sarebbe stato la mia ragione di vita.

D: QUANDO SI RECO’ IN GIAPPONE, PERCHE’ SCELSE LA SCUOLA GOJU RYU DEL MAESTRO YAMAGUCHI GOGEN?

R: Nel 1967 arrivai in Giappone aiutato da un mio amico del luogo, che mi dava nozioni di lingua giapponese. Visitai tante palestre e tanti stili, ma arrivato alla palestra del maestro Yamaguchi vidi una sua dimostrazione con tutte le cinture nere. Fu fantastico, non avevo mai visto nulla di simile, ne fui colpito, mi appassionò talmente che parlai con il maestro Yamaguchi e chiesi se potevo allenarmi nel suo dojo. Inizialmente fu molto dura avendo cambiato stile e metodologia d’allenamento.

D: CHE TIPO ERA IL MAESTRO YAMAGUCHI E COME ERANO LE SUE LEZIONI?

R: Era una persona molto buona, ma allo stesso tempo molto rigido nella disciplina e nella perfezione delle tecniche, una persona di forte personalità e carisma. Lui era il Karate! Le lezioni duravano 4 ore giornaliere, gli allenamenti erano completi e andavano dalle singole tecniche ai kata, per finire con il kumite. Ogni giorno si curava molto il rafforzamento del corpo e dello spirito e molto spesso ci allenavamo all’aperto al di fuori del dojo. Per un occidentale era molto difficile integrarsi, ma con tanta forza e tenacia sono riuscito ad inserirmi nella loro filosofia di vita (che poi e’ diventata la mia), era tutta una grande famiglia! Vivevo nella palestra del Maestro Yamaguchi, e tutti noi curavamo il dojo come casa nostra. In quegli anni nella Goju Kai ho conosciuto i più grandi Maestri del Goju ryu e ho avuto l’onore di condividere una parte importante della mia vita con loro, perfezionando e parlando fluidamente il giapponese.

D: LEI E’ STATO UNO DEI PIONIERI DEL KARATE ITALIANO E NEL CORSO DEGLI ANNI HA FORMATO TANTISSIMI ALLIEVI E MAESTRI DI RINOMATO RISPETTO. SECONDO LEI COSA E’ CAMBIATO NEL KARATE DI OGGI RISPETTO A QUELLO DEL PASSATO?

R:Il karate ha subito uno stravolgimento con forme sportive o di simulazione di Kumite, stravolgendo la natura e la tradizione per il quale era stato concepito. Tanti anni fa, si lavorava sul credo, senza fermarsi all’esteriorità. Il kumite era più duro e con un maggior contatto, e si lavorava molto sulla tecnica nella totale efficacia e completezza.

D: PER CONCLUDERE, QUALI CONSIGLI DAREBBE AI GIOVANI KARATEKA DI OGGI?

R:Umiltà, dedizione e applicazione, credere sempre in se stessi e dare sempre il massimo con passione. Non fermarsi all’esteriorità, RISPETTO per il Maestro e i sempai. Nel karate i praticanti seri, hanno sempre queste componenti e per ciò che il Maestro rappresenta. MAI PENSARE DI ESSERE ARRIVATI! sapendo che ce una costante e continua ricerca del DO (la via), l’essenza vera del karate. L’esempio si trova ancora in alcuni miei allievi che portano con silenzio e umiltà i miei principi, senza darsi qualifiche che non hanno, mantenendo sempre la via indicata da me. Io sarò sempre presente con tanta forza e voglia di continuare per tutti coloro che vogliono nutrirsi di karate vero e fondato su basi solide, rispettando le persone e le cose con educazione. Voglia di dare il massimo per il nostro stile, raggiungendo traguardi sempre migliori! Io faccio sempre tutto questo come se fosse sempre il primo giorno!

________GRAZIE MAESTRO_______

Intervista realizzata da Massimo Boscolo. Si ringrazia per la collaborazione Guglielmo Serafini

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