Rieccoci a casa!

Eventskarate 12 novembre 2013

 Davide Benetello

Ed è già tempo di tirare le somme su quanto è avvenuto per l’Italia del karate nel corso dei recenti Campionati del Mondo WKF riservati alle categorie Cadetti, Juniores e Under 21.

 

 Personalmente, ho vissuto questa fantastica esperienza in due maniere molto diverse l’una dall’altra ma, allo stesso tempo, molto simili.

 La prima parte dell’avventura mondiale tricolore era stata archiviata a Roma durante il ritiro collegiale di preparazione.

 La nuova commissione nazionale Attività Giovanile composta dal Presidente Maestro Penna, Allenatore Kata Maschile Lucio Maurino, Allenatore Kata Femminile Tiziana Costa e allenatore Kumite Femminile Simmi Daniele e Davide Benetello per il Kumite maschile è stata nominata soltanto da pochi mesi e, di conseguenza, abbiamo avuto poco tempo per visionare e conoscere gli atleti da convocare e da portare sul tatami nella prestigiosa rassegna iridata. Perciò, dopo due seminari andati in scena in luglio e in settembre, la fase più delicata è proseguita nel centro federale di Ostia con un raduno collegiale che, per i primi due giorni, ha impegnato anche alcuni atleti in più rispetto al numero dei convocati definitivi per consentire ai tecnici dello staff azzurro di eliminare anche gli ultimi dubbi in merito agli effettivi nomi dei partenti.

 E, con nostro profondo rammarico, per forza di cose alcuni bravi ragazzi e ottimi atleti hanno così dovuto lasciare il posto in squadra ai compagno prescelti in vista della partenza verso il Mondiale di Spagna. Personalmente, assorbita la legittima delusione per aver sfiorato un traguardo così importante per la loro vita di atleti, mi auguro che comunque la loro esperienza sia stata positiva e che ciò consenta loro anche di avere nuovi e maggiori punti guida in vista degli impegni agonistici futuri che potranno portare questi karateka nuovamente all’attenzione di noi tecnici federali.

 Per i partenti, invece, solo a quel punto andava a iniziare una favolosa esperienza sportiva e di vita dai contenuti unici e indimenticabili: sei giorni di allenamenti a volte anche stressanti, vita costantemente in comune con l’azzurro a fare da comun denominatore, scambio di esperienze, nuove amicizie e un bagaglio di nuovi e specifici input da portare a casa e in palestra ben radicati nella memoria e nel cuore.

 Dopo decenni di militanza con la maglia della Nazionale, per questo mio esordio assoluto in veste di tecnico ufficiale nel settore del kumite maschile ho vissuto un’esperienza molto particolare, cercando di trasmettere ai miei/nostri/vostri ragazzi quella forte determinazione che comporta un necessario cambio di mentalità e un decisivo incremento delle motivazioni che ti possono far arrivare alle competizioni consapevole dei tuoi mezzi e voglioso di vincere con la ferma convinzione di poterlo fare. Il mio obiettivo, non soltanto tecnico e atletico dunque, era anche quello di confortarli nei loro mille dubbi, rassicurarli in merito ai loro punti di forza più evidenti e cercando al tempo stesso di creare quello spirito di gruppo che ti consente di entrare sul tappeto di gara con la certezza di avere il supporto di tutti i compagni di squadra.

 Sapevo benissimo di avere di fronte a me dei ragazzi e non certamente uomini maturi ma, anche grazie alla loro collaborazione, ho potuto comunque percepire nei loro occhi il valore e l’ambizione di coloro che vogliono fare le cose in modo corretto, mettendo sul tatami tutte le energie possibili.

 Concluso il ritiro con questi presupporti e queste promesse, quindi, arrivava anche il momento di chiudere le valige, indossare la nuova tuta della Nazionale Italiana con estremo orgoglio e di aprire la porta verso la tanto attesa avventura tutti capitanati dal Presidente Onorario Giuseppe Pellicone: ‘Mondiale: arriviamo!’.

 E, solo a questo punto, si spalanca improvvisamente un nuovo universo all’orizzonte degli atleti, soprattutto per quelli alla prima esperienza internazionale: per loro tutto è nuovo, emozionante e talvolta (senza alcuna vergogna) persino terrorizzante. Si arriva in una città nuova e straniera, si entra in un palazzetto enorme ancora vuoto e ricco di echi, si iniziano a vedere atleti provenienti da tutto il mondo, tute di ogni colore e mille modi diversi di gareggiare. Si viene colti a volte dall’emozione come è legittimo che sia e tutti, indistintamente, finiscono per chiedersi se sono realmente all’altezza della situazione. Ed è proprio a questo punto, non prima, che si comincia davvero un’avventura che nessuno dei protagonisti potrà mai dimenticare.

 A questo punto, però, voglio esprimere il mio personale ‘ringraziamento’ e i miei più sentiti ‘complimenti’ a TUTTI i componenti della squadra italiana.

 Grazie e complimenti per tutto quello che avete fatto, a chi ha portato il titolo e la medaglia mondiale fino a casa ma anche a tutti gli altri. Uno per uno, indistintamente.

 È stato per me un autentico ‘onore’ poter scrutare nei vostri occhi prima di vedervi salire sul tatami di gara e cercare di darvi un minimo di conforto a tutto quell’ immenso universo di dubbi, certezze, paure e emozioni che sentite dentro.

 Ho ricevuto personalmente i complimenti da parte di coloro che hanno visto in quella macchia di colore Azzurro che spiccava nel palasport iberico una Nazionale Italiana molto unita e sempre pronta a sgolarsi per ogni azzurro che saliva sulla materassina.

 Al di là del medagliere (che ha visto la Nostra Italia rientrare a casa con un titolo Mondiale di Silvia Semeraro, una medaglia d’Argento di Pinto Francesco, tre medaglie di Bronzo con Mohuidine Abbes, D’Onofrio Terryana, Reale Francesca e Sassano Silvia e con due quinti posti di Viola Lallo e Ferraiolo Roberto) sono sicuro che tutti i nostri ragazzi tornano a casa con qualcosa in più nel cuore e nel cervello (nonché nello spirito) che non si può imparare sui banchi di scuola ma soltanto avendo la possibilità di vivere in prima persona avvenimenti simili.

 Un ringraziamento, inoltre, va doverosamente rivolto anche alle singole società sportive che spronano e supportano i loro atleti, a volte con grandi sacrifici, insieme a tutti i genitori che sono riusciti a seguire i loro pupilli fino in Spagna ma anche a quelli meno fortunati che hanno pazientemente atteso notizie da casa. A tutte queste famiglie dico che niente ripaga di più del vedere un figlio o un allievo indossare la maglia azzurra.

Non per ultimi i Coach, che hanno dovuto svolgere anche il mio lavoro mentre ero impegnato nelle diverse Commissioni Mondiali, Gennaro Talarico, Daniele Simmi, Tiziana Costa e Lucio Maurino, che seduti all’angolo di ogni Atleta riescono sempre a portare quella sicurezza, conoscenza e capacità tattica che ogni Atleta percepisce pienamente. Tifoso d’eccezione Valdesi Luca !

 Il mio precedente e contemporaneo incarico di Presidente della Commissione Mondiale Atleti, infine, mi ha direttamente coinvolto anche nell’ambito di altre realtà che ancora non conoscevo direttamente, consentendomi di partecipare in prima persona e in maniera attiva al meeting della Commissione sportiva e della Commissione dei regolamenti gara. Due organismi, questi, che racchiudono al loro interno i presidente delle Commissioni Arbitrale, Tecnica, Atleti, General Manager e persino alcuni dei personaggi più qualificati a livello mondiale per il panorama del karate agonistico. E, anche in tale frangente, ho avuto modo di esprimere l’opinione della mia Commissione Atleti, unita alla mia lunga esperienza sul tatami.

 Concludo assicurando con grande sincerità che si è trattato sicuramente di un’esperienza positiva. Per me, Davide Benetello, ma anche e soprattutto per tutto il karate italiano.

 Un saluto affettuoso a tutti!

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