Memorial “Una Stella per le nostre stelle”

Eventskarate 05 gennaio 2014

Fabio Tomei

Sono convinto, profondamente convinto, che il nostro ruolo, quello di docenti di karate nello specifico, non debba fermarsi, in special modo per quanto riguarda i giovanissimi, alla mera ricerca di una medaglia, di un piazzamento o di un passaggio di dan o cintura.

Sono convinto, profondamente convinto che il nostro ruolo sia immerso nella società e che alle sue richieste debba rispondere, le arti marziali e il karate non possono essere un mondo a parte, impermeabile agli avvenimenti esterni.
I nostri ragazzi, prima di essere atleti sono essere umani inseriti in un contesto sociale che, oggi più che mai, ha bisogno di persone, uomini e donne, che abbiano dei valori morali ineccepibili, assoluti e niente come il nostro background può essere migliore allo scopo.
Sono convinto, profondamente convinto, che i maestri debbano “crescere” insieme ai propri allievi, indirizzarli in caso di bisogno, dare l’esempio quando ne è richiesto, e l’esempio non può essere solo quello sportivo, per lo più legato al passato dei maestri e alle loro imprese agonistiche, i maestri hanno bisogno, anzi dovere, di dare un esempio per il futuro dei loro ragazzi.
Per questo è nato “UNA STELLA PER LE NOSTRE STELLE” un evento che ha coinvolto una comunità intera, anzi per essere precisi tre comunità, comunque legate tra loro: La comunità di Statuario – Capannelle, la comunità delle Arti Marziali e dello sport, la comunità scolastica.
Come ricordava oggi l’On. Francesca Danese , Assessore alle politiche sociali del Comune di Roma, la nostra può essere considerata una Comunità pilota in quello che dovrebbe essere il rapporto fra cittadinanza e istituzioni, spontaneamente, cittadini con le diverse estrazioni tra loro, hanno contribuito a creare, con impegno, dedizione, passione, solidarietà, l’evento in memoria di una figlia del quartiere Stella Manzi, uccisa in un incidente da un pirata stradale, che guidava un’auto senza assicurazione, che guidava senza patente e sotto l’effetto di droga e alcool.
Il messaggio che in questi mesi abbiamo tentato di lanciare, tramite il web, tramite la stampa, tramite petizioni popolari è quello che basta un attimo e la vita cambia, un attimo e possiamo ritrovarci nel ruolo di vittima o, peggio, nel ruolo di coloro che hanno provocato vittime.
Ed allora sono convinto, profondamente convinto, che dobbiamo mettere cura e attenzione: cura per la nostra vita e attenzione per quella degli altri, dobbiamo sapere che ogni nostra azione ha conseguenze su quello che facciamo o che faremo e che ha conseguenze per chi ci sta davanti… guarda caso proprio come nel karate, o nelle altre arti marziali o nello sport in genere, quindi se siamo capaci di mettere attenzione nelle regole, scritte e non, che normano le nostre discipline, ancor di più dobbiamo essere in grado di rispettare le regole che fanno parte di una Legge di uno Stato sovrano, e la scusa “ma tanto gli altri non lo fanno” non regge.
Non rispettare le leggi, da parte di cittadini, di politici, di funzionari o di qualsiasi altro tipo di persona, non ci dà il diritto di infrangerle a nostra volta, perché diverremmo noi quelli che assomigliano a “loro” e non certo il contrario… non saremmo migliori, anzi!
Sono convinto, profondamente convinto che quando abbiamo dubbi o incertezze, dobbiamo tornare alle nostre radici, ai valori originali, ecco io sono abbastanza fortunato perché per tornare a quei valori mi basta guardare i miei allievi, sentirli parlare e tutto torna a posto quasi per magia, i bimbi sanno, eccome se lo sanno, qual è il giusto e lo sbagliato, il loro senso di giustizia non accetta mediazioni, vedendo i disegni dei bambini dell’Istituto comprensivo di Via del Calice ho capito, si! Ho capito che basterebbe seguire i loro consigli perché la situazione sulle nostre strade possa cambiare radicalmente ed in questo sono stato supportato dalle parole di Luciano Fantini dell’Associazione Familiari Vittime della Strada che ha confermato queste mie impressioni.
I bambini sanno, eccome se lo sanno, e ce lo hanno reso lampante oggi quando hanno interagito insieme ad Angelo Ferrante e Antonella Trovato, alias “Angelino e Prilli” dell’Associazione Onlus “Clowns di Protezione Civile Alfredo Rampi” che in collaborazione con il VII gruppo di Polizia Locale Roma Capitale hanno coinvolto i bambini con domande sui cartelli stradali.
Tutto ciò va a merito esclusivo delle loro grandissime maestre…
Dovrei ora qui ringraziare uno per uno tutti coloro che hanno partecipato, ma eravate così tanti che sicuramente ometterei qualcuno, ma sappiate, tutti voi sappia telo, che siete nel mio cuore .
Ringrazio Michele Pelle dell’Associazione “III Millennio”, l’Associazione “Quintilia” e l’ Associazione “Carver-Cinecittà” ed in particolar modo Gianluca Biffa e con loro tutti i ragazzi;
Ringrazio i Maestri:
Fabrizio Comparelli, Alberto Schiavoni, Chiara Carotti, Matteo Pratellesi, Roberto De Luca , Maurizio Pagnoni, Nino Tirelli, Aurelio Bonafede, Riccardo Privitera, Cinzia Colaiacomo, Marina Sasso, Marco Conforti, Tonino Lepri, Fabrizio Davì, a dimostrazione che quando c’è bisogno il Karate Unisce e non divide…
Il “Grazie” più grande va a Manuela Rella della “ La Gazzetta Statuario-Capannelle” e Rino Latini, “Associazione Comitato di Quartiere Statuario Capannelle” senza i quali non avrei potuto fare nulla.
Tomodachi, in giapponese significa “Amico” e questa parola in italiano ha la stessa radice di “Amore” per sottolineare l’importanza che questa riveste, ebbene da qualche anno uno degli interpreti più capace di tale sentimento nei miei confronti è Ugo Rus… spero solo di riuscirgli a restituire, almeno in parte, ciò che lui mi dà.
L’ultimo ringraziamento va alla Sig.ra Epifania, che è intervenuta a portare dolcetti a tutti i bambini (e, diciamo la verità, anche a qualcuno più “grandicello”), ma è una Befana così speciale, carina che molti anni fa l’ho sposata… e senza mia moglie Antonella non riuscirei a far niente di tutto quello che faccio.
Ero convinto, profondamente convinto, che Stella, la “mia” Stella meritasse una grande festa, con tanti bambini, con tanti maestri che hanno esibito quell’arte che lei amava ed in cui stava diventando sempre più brava, una festa aperta a tutti quelli che volevano esserci con il cuore.
Ed ora sono contento, profondamente, felicemente, beatamente, contento perché questo è avvenuto, così come lo avevo sognato.
A Giannina che mi rispetta e mi onora come fratello ed Adolfo che è un grande uomo…

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