L’A.S.D. RAION PORTA IL KARATE A SCUOLA ALLA MANIFESTAZIONE LO SPORT E’ INTEGRAZIONE

Eventskarate 28 febbraio 2015

Dott. Luciano Natalino

(responsabile stampa a.s.d. Raion)

L’a.s.d. Raion, scuola di karate Avellinese, operante nel territorio di Manocalzati, venerdì 27 febbraio ha partecipato alla manifestazione organizzata dall’istituto comprensivo della città di Manocalzati, Don Lorenzo Milani, denominata “Lo sport è integrazione”.

 

I maestri Raffaele Gaita e Luciano Natalino hanno tenuto una lezione di karate e di sports chanbara ai piccoli 108 alunni dell’istituto comprensivo.

I maestri durante la lezione hanno inculcato ai piccoli bambini il principio fondamentale del karate tradizionale, ossia quello di far cominciare e terminare la lezione, o comunque qualsiasi attività con il saluto, un segno di rispetto e di aggregazione che i piccoli hanno saputo ben interpretare.

I maestri hanno costruito la lezione in modo da far apprendere ai bambini:

  • Il consolidamento degli schemi motori di base (saltare, correre, spostarsi)
  • Il miglioramento delle capacità coordinative , in particolare sviluppo della propriocettività (capacità di elaborare le informazioni e farle eseguire dal proprio corpo)
  • Il miglioramento delle capacità cognitive
  • L’educazione attraverso concetti e regole nella pratica del karate
  • L’acquisizione di alcuni fondamenti del karate.

L’attività sportiva si propone come strumento di tutela dei valori fondamentali della persona e di adesione ad un modello di rapporti basati sul rispetto delle regole, dell’autodisciplina e dell’integrazione, costituendo per i bambini un’occasione di maturazione e di crescita.

In tal senso l’attività sportiva, il karate e lo sports chanbara, insegnato dai maestri Luciano Natalino e Raffaele Gaita, è particolarmente efficace per favorire percorsi di integrazione, inclusione,  appartenenza  sociale tra bambini e ragazzi.

I maestri dell’a.s.d. Raion, sono impegnati profondamente affinchè l’integrazione possa essere parte di una cultura moderna che non vede il diverso come altro da sé ma come elemento integrante di un impegno sociale.

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