UNA BREVE CONSIDERAZIONE  – (M°  Bruno Palombi Russo)

Eventskarate 08 luglio 2015

“La verità appartiene a un mondo che non conosciamo”

(Pino Scognamiglio)

 E’ solo una riflessione… una considerazione strettamente personale che nasce dal profondo, che non vuole, né intende toccare alcuno e che emerge dal desiderio di aprirsi, nel rispetto delle altrui opinioni.

 

Il Karaté mi ha insegnato molto e sono stato fortunato ad incontrare sul cammino della mia vita un uomo di qualità eccezionali e di antichi valori come il M° Shirai, al quale ho dato e dò ancora tutta la mia devozione e lo riconoscerò sempre quale mio grande Maestro, per avermi trasmesso, come a tutti i suoi discepoli, tradizione ed esempio di vita e da cui ho appreso lo spirito del Karatè. Con egli ho fatto parte di una realtà federale di cui ne sono andato sempre fiero e la rispetto ancora, come tutti coloro con i quali sono stato unito, nel tempo di questo lungo viaggio insieme. Ma anche se mi rammarica doverlo accettare, purtroppo il tempo trasforma le cose…: l’uomo cambia… lo spirito con cui si stava insieme e si cresceva svanisce… e i valori si perdono!

Valori antichi che hanno dato forza alla mia vita, sino a diventare il mio “credo”, vissuti intensamente in quella “realtà” che ci distingueva dalle altre, dove già solo l’eco del nome del M° Shirai, sigillava perfezione, tradizione, storia e vita. Per cui mi rammarica il vedere tale trasformazione toccare anche quella “realtà”: la nostra realtà federale, in cui avevo sviluppato e posto il mio credo.

Nel rispetto e nella devozione che ho sempre nutrito e tuttora nutro verso il M° Shirai, apro il mio cuore da umile allievo e fedele suo suddito, di quel grande esercito di uomini che egli ha formato.

Purtroppo il nome suo viene talvolta impropriamente usato da chi apporta arbitrarie trasformazioni nelle regole strutturali e comportamentali che si allontanano dal suo principio, nonché da quello della nostra “Realtà” federale di un tempo, lasciando così morire lentamente il Karatè nel suo sviluppo, riducendolo quasi esclusivamente alle competizioni, riservate troppo spesso a poche unità designate, talvolta sempre le stesse, lasciando “parcheggiati” e posti nell’ombra, nella vana speranza di essere protagonisti, atleti di ottima qualità, facendo lentamente spegnere in essi, quella fiamma che deve ardere in ogni karateka.

Un sistema auto lesivo e poco meritocratico, dove si trascura, per proprie ragioni, lo spirito delle arti marziali, in cui ogni atleta impara a riconoscere la sua qualità e deve avere la propria esperienza.

Quale scopo può avere il Karaté, se non quello di liberare l’uomo dai suoi blocchi e formarlo nella sua interezza, dove da tale trasformazione si possa evincere la sua crescita? Solo così l’arte marziale può avere un senso!

In relazione a queste mie considerazioni, e da un confronto con una giovane “Realtà Federale” (FIK), nata da pochi anni e in progressivo sviluppo, che sposava il mio principio di diffondere e sviluppare il Karaté nella sua complessità, “Realtà” che non ama i… “giochi di luci” e di…”Ombre”, ma che investe soprattutto nello sviluppo dei giovani dando continuamente carica e motivazioni.culturale e che mi avrebbe dato la possibilità di realizzare diversamente come quanto esposto. Da tale confronto, riproponendo il Karatè nel suo spirito e come lo si praticava qualche decennio fa, tenendo pur conto della trasformazione generazionale, ho raccolto numerosi consensi e approvazioni. Colgo pertanto, l’occasione di ringraziare quanti hanno creduto in me e mi si sono associati in questo nuovo ma “antico percorso formativo” e federale.

Chi mi conosce, sa della mia provenienza federale, delle mie regole e dei miei principi… del mio amore per gli antichi valori di cui mi sento ancora portatore e della mia lealtà, per cui sa che la mia scelta non è dettata da un “migliore offerente”, ma quale opportunità di apportare positivi cambiamenti. 

Se pur le mie parole saranno diversamente intese o usate, poiché si ama credere a una propria verità, conserverò nel cuore i ricordi del mio trascorso Federale e gli insegnamenti del mio Maestro. 

 Il maestro Bruno Russo Palombi nasce a Roma nel 06\12\1948,attualmente è responsabile nazionale del Circuito Project Karate-Do Csen. Presidente del Comitato Regionale Campania F.I.K.T.A. (Federazione Italiana Karate Tradizionale e Affini); insegnante di Karate e Difesa Personale presso il Centro Sportivo Okinawa di Acerra provincia di Napoli (Na). Inizia le arti marziali in età giovanile, nel 1966, si iscrive a un corso di judo presso la società sportiva “7 Samurai” di Roma. Sempre a Roma nel 1967 ha il primo approccio allo studio del Karate stile Wadoryu col Maestro Toyama. Nel 1968 trasferitosi a Napoli inizia lo stile Shotokan presso la società sportiva “Sankaku” di Fuorigrotta (Na) con il Maestro Beppe Panada. Nel corso degli anni ha contribuito con il proprio insegnamento alla diffusione di questa nobile arte formando e continuando a formare numerosi atleti, istruttori e Maestri. Attualmente è riconosciuto con il grado e qualifica di Maestro 6° Dan di Karate Tradizionale e Ufficiale di Gara- Nazionale. Nel 1993 consegue il Brevetto di Istruttore della Filpj-KARATE. Presso la scuola dello sport del CONI. Ha rivestito in diverse occasioni cariche di responsabilità all’interno di vari Enti di Promozione Sportiva quali C.S.E.N.  A.I.C.S. e LIBERTAS. Più volte Docente ai corsi di Operatore della sicurezza Territoriale istituiti dalla Regione Campania. E’ sempre pronto ad accogliere ragazzi a rischio contro la devianza giovanile, togliendoli dalla strada, offrendo loro la possibilità di praticare quest’arte marziale.

 

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