La favola di Cazzaniga…

Eventskarate 07 settembre 2015

M° Fattorello Fortunato ( Tano)

 Ho il desiderio di condividere questa favola con tutti quelli che hanno la voglia e la bontà di leggere fino in fondo.

Mi trovavo con un gruppo di amici, su di una spiaggia laziale e fra le nuove persone conosciute c’era un certo Cazzaniga, ( nome di fantasia, chiaramente ) il quale si intrattenne a parlare con me, visto che avevamo la stessa passione il “karate”.
Mi chiese da quanto tempo lo praticavo e altre cose del genere. 
Poi mi chiese chi fosse stato il mio Maestro, e con chi mi fossi allenato in tutti questi anni. 
Fra le tante cose, dissi di essermi allenato con una triade, quali Maestro Kase, Maestro Shirai e Maestro Naito e che ancora oggi, ne seguo le orme, ne respiro l’aria e il loro insegnamento.
Ed è qui che comincia la favola. 
Cazzaniga mi dice “ma chi so ‘sti Maestri… non mi sembra di averli manco sentiti nel panorama del karate”, bhe’ allora ho cominciato ad avere i miei dubbi. 
Possibile che non li conosci? Almeno per sentito dire….sono sacralità di questi ultimi 100 anni. 
“No” ribadisce e continua dicendomi “sarà che noi facciamo karate moderno” allora cerco di capire e la curiosita’ del caso mi spinge a fare altre domande ( di solito non e’ una mia peculiarita’)… ma chi e’ il tuo Maestro? -Chiedo. 
Lui mi risponde Cazzaniga senior (altro nome di fantasia), bene, allora gli chiedo, ma lui con chi si e’ allenato? Mi risponde “ha praticato karate fino a cint. arancione ,poi e’ passato alla kick … diventando cintura nera 2 dan”. 
Dico io, cintura nera o che che sia non e’ una cultura della kicK ma risiede in altri orizzonti. Lui non raccoglie, non capisce; ops scusate diciamo che io non mi sono spiegato bene. 
E continua dicendomi che il suo Maestro è molto bravo e campione di… ,di… ,del …..,.si anche e’ allenato all’estero con … e poi con…. e poi …con e ha questo brevetto poi un altro e un altro ancora e cosi via dicendo; poi tornato in italia il suo ente di appartenenza gli riconosce i gradi conseguiti e diventa Maestro cintura nera 4 dan di karate, io ribadisco di kick, vuoi dire, e lui no di karate, karate moderno, no dico io di karate sportivo, no dice Cazzaniga di karate moderno. La curiosità cresce in me e dico ma come fate con lo studio dei kata e del kion, lui dice che il kata e il kion, gli ha insegnato il suo maestro, non servono a nulla e levano tempo alla creatività e al combattimento. 
Io rimango esterrefatto e mi chiedo… possibile, tutto ciò che è sacro e che ha una cultura e una storia, grazie al sopruso e all’ imbecillità dell’ uomo moderno venga profanato; e fra me e me ho pensato “e lo studio delle anche, lo sguardo, il zanshi ecc. ecc. in un baleno sono stati cancellati dalla scienza dei tanti Cazzaniga allievi e Cazzaniga Maestri di turno.”
Mentre questi pensieri mi affollavano la mente, Cazzaniga carpisce il mio silenzio e continua dicendomi “Pensa che il mio Maestro quando ci da i tempi ci ha insegnato a contare in inglese”, io sfinito gli ho detto guarda mi sembra strano, pensa che nemmeno un inglese di madre lingua, mentre insegna il vero karate si sognerebbe di contare in inglese, ma lui replica “e lo so voi del karate tradizionale siete rimasti un po troppo legati alle tradizioni”.
A questo punto ho capito che un abisso ci separava e gli dico CAZZANIGA devo andare i miei amici mi reclamano e augurandogli tutti i traguardi del karate moderno, tutti i dan e tutti gli attestati e diplomi di campione del loro ente ( ente dei loro dan o i dan del loro ente )lo saluto e raggiungo i miei amici in acqua.
Mai piu’ liberatorio fu tale tuffo, altrimenti avrei cominciato ad urlare, possibile che nulla ha piu’ valore e tutto e’ banalizzato, ecco perchè ho dato tale titolo “la favola del karate moderno”. 
Nell’ immaginario di quello che saranno i miei ricordi vorrei menzionarlo come una favola e come tale, IRREALE..mentre mi lasciavo cullare dall’ acqua ho fatto un rapido resoconto e mi son detto che purtroppo oggi di Maestri e allievi Cazzaniga se ne incontrano sempre più.
Il mondo del karate sta diventando come un mega parcheggio in cui i parcheggiatori buontemponi nella loro semplicita’ chiamano tutti Maestro.
A me, hanno insegnato per contro, che la parola MAESTRO, va usata con parsimonia, serietà’ e rispetto, dopo la parola Padre e ‘ la piu importante e la piu sacra. 
Ultimamente i dan fanno più rumore dei campanili di tutta Italia: din don Dan. 
A tal proposito il Maestro Takeshi Naito ( da notare che il M° Naito Takeshi è un 8 Dan, ma parliamo del Maestro Naito, che ha una storia del Karate in Europa insieme ad altri pochi grandi ) che e’ un MAESTRO di tutto rispetto, ci diceva di fare stage a Maestri detti tali addirittura 8 0 9 dan. 
L’ Italia è un bel paese, ci dicono i giapponesi…….con una flemmatica ironia che li distingue . 
Riassumendo, grande rispetto per Cazzaniga, allievo che impregnato del sapere del suo maestro credo che cio’ sia giusto, del resto lo vive come esempio. 
Il problema, credo che sia del maestro Cazzaniga, e di chi a sua volta sia stato il suo Maestro. 
Personalmente non conosco il Maestro Cazzaniga, ma lo immagino come uno che ha a malapena dimestichezza col bisturi perche’ nella sua vita toglie le fishe dalle scatole dei medicinali, applicandole sulle ricette prescritte e questo è sufficiente a farsi passare per un affermato chirurgo, che dire poveri i suoi pazienti che ignari gli si affidano. 
Dimenticavo di dire che Cazzaniga vantava anche una nota e blasonata federazione, nonche’ uno degli enti piu importanti in Italia ed è qui che mi son detto “SOGNO O SON DESTO”……. 
Scusate a chi mi ha letto, mi accorgo di aver rubato un po’ del prezioso tempo, in compenso è come se fossimo stati un po’ in compagnia…ricordate diffidate dalle sigle e dalle imitazioni, sappiate che il vero KARATE e’ uno e inscindibile e che Maestri non ci si improvvisa lo si diventa dopo lungo e sudato percorso. 
Sono tanti che hanno perso il do il karate do; altra considerazione, i peggiori maestri sono quelli che avendo fatto per qualche anno karate nelle parrocchie o sulle spiagge a mo di animatori, appena approdano in federazioni o enti importanti saltando un po’ di qua e un po’ di la per accaparrarsi in cambio qualche dan in piu e si vantano di aver fatto il vero karate. 
Meditate gente, meditate. Tutto cio’ è una storia vecchia come il mondo, tanto è che i veri cultori a volte perdono due o tre anni alla ricerca di un vero Maestro a cui affidarsi.
Concludendo mi sovviene un’ intervista al MAESTRO NAKAYAMA, estrapolando alcuni dei suoi concetti e confrontandoli con quanto fino adesso detto , lui diceva:l’ Italia ha avuto successo nel kumite perchè riusciva bene anche nel kata e viceversa. C’è una interrelazione precisa fra queste due specialità e gli italiani hanno molto questo senso. 
Il loro kumite è fatto come “KUMITE” deciso e il loro kata è fatto come “KATA” BENE, con tecniche precise. 
Guardandoli praticare così sento che fanno veramente karate.
Oggi guardavo combattere atleti di grado più elevato (quarti e quinti dan) il loro kumite rivela che sanno fare kata. Esistono diversi tipi di kata, Ogni forma di lotta ha i suoi kata: cinesi,indonesiani, malesi, ecc.,
pero’ i kata di karate, hanno una nota essenziale che li differenzia da tutti gli altri, il KIME. 
Io da voi l’ho trovato, per questo sono felice di stare con voi, mi appassiona e spero di tornare presto. 
Domanda in breve Maestro cosa pensa del karate italiano? Risposta: un giudizio molto positivo. In questi giorni ho visitato l’America e molti paesi d’europa. I praticanti hanno cominciato a capire che la pratica del kumite passa attraverso il kata e il kion.
Da questo punto di vista mi ha molto meravigliato nel karate italiano fanno buon kion e buon kata quindi ottimo kumite. Il Maestro si riferiva ad una storica e importante federazione italiana dell’epoca , di cui io modestamente ho fatto parte e che ancora oggi sul mio kimono e su quello dei miei allievi ne vive orgogliosamente il logo. 

Il karate moderno che intendeva Nakayama era tutt’ altro che quello paventato dai tanti cazzaniga.
Il Maestro Nakayama ha avuto una gran fortuna, non ha mai incontrato sulla sua strada il Cazzaniga di turno, sarà che qualche anno addietro era impossibile trovarli, i circuiti del karate erano ben controllati e messi in mani sicure.
Poi inevitabilmente le cose cambiano, ahimè non sempre in meglio, infatti spesso si dice “si stava meglio quando si stava peggio”.

Arigatou “Gambaimasho”

 

Categories:

Tags: