È meglio sognare? Oppure…
Eventskarate 07 dicembre 2015
di Fabio Tomei
Sei mesi dopo la trasferta in Portogallo, ecco la nuova, esaltante, intensa avventura del Centro Sportivo del CR Lazio.
Ci si ritrova tutti alle 7,30 di venerdì 4 dicembre all’aeroporto internazionale “Leonardo da Vinci” di Roma, il gruppo è nutrito: 9 Componenti del CR Lazio tra cui il Delegato M°Roberto De Luca, il M° Fabio Tomei in qualità di Dirigente, il M° Fabrizio Comparelli in qualitàdi coach e competitore nella categoria veterani, i maestri Fabrizio Davì e Claudio Simonetti competitori veterani, Alessandro Marnetto veterano kumite, Ivan Serra Senior kata, Emanuele Taffi Senior kumite -75 kg, Riccardo Nati senior kumite +80 kg; ai quali vanno aggiunti 2 componenti del CR Campania, il Delegato Bruno Russo Palombi e l’atleta Giuliano Russo Palombikumite senior -75 kg, ed anche un gruppo del CR Umbria con il Delegato M° Rossano Rubicondi (presente anche come competitore nei kata veterani), Ilaria Rellini senior kata e Angelo Livi kumite veterani.
Inoltre sempre con lo stesso volo si sono imbarcati alcuni componenti della Nazionale Fik:
Francesco Andrenacci, Paola Campeti, Matteo Ramella , Veronica Coppola, Manuel Del Prete e Alessandro Carcangiu.
E ultimi ma non ultimi i componenti del Comitato Provinciale viterbese con il coach M° Vitantonio Affatati e i due atleti Federica Refolo e Lorenzo Luciani.
Quello che da subito colpisce in queste situazioni è lo splendido affiatamento che si crea tra i ragazzi nonché tra i vari maestri al loro ritrovarsi, situazione che si è ripetuta, in grande, al nostro arrivo a Belgrado, dove eravamo attesi per la prima edizione della Union World Karate Federation, la giovane ma potente organizzazione che riunisce molte solide realtà del karate internazionale e che, mentre alcune, ormai vetuste , organizzazioni danno vita a miraggi che da ormai 40 anni, periodicamente, tornano a prendere vita, riesce invece a mettere sul piatto una proposta che spiazza tutto il vecchiume noto, la creazione della Lega Professionistica di karate, una proposta, ormai realtà, che permetterà al mondo del karate di avere una spinta propulsiva verso il futuro, quello di una disciplina moderna che affonda le radici in una grande tradizione, dove si apriranno prospettive per i praticanti inimmaginabili fino ad oggi.
C’è chi vende vecchi sogni di seconda mano e chi invece realizza progetti da sogno! Il mondo è anche questo…
Torniamo a noi e alla nostra gara, ci rechiamo appena giunti, presso la Halasportova, il palazzetto dello sport di Belgrado, ricorda nella sua struttura il Palazzetto dello Sport di Roma al Flaminio, arriviamo mentre già in piena attività è lo svolgimento del 6° Campionato del Mondo Fudokan di karate tradizionale, su 8 tatami si svolgono gare di kata, kihon, ipponkumite, kumite e kobudo, a partire dai giovanissimi ai più grandi.
Effettuata la registrazione, come sempre gestita dal mitico Direttore di Gara Franco Sebenello, assistiamo per qualche minuto alle gare restando affascinati, può sembrare strano che personaggi come noi che hanno girato i palazzetti di mezzo mondo e che hanno vissuto migliaia di gare possano ancora restare affascinati ma è la semplice, immutabile ed inconfutabile verità.
Quindi raggiungiamo il resto della comitiva azzurra presso l’hotel Serbia, una caratteristica costruzione tipica dell’epoca comunista dove tutto era progettato a manifestare la grandiosità e la potenza del progetto di vita dell’ideale socialista, ci troviamo, quindi, davanti a una imponente costruzione di 18 piani da 20 stanze a piano, del tipico colore grigio cemento che si incastona perfettamente anche in un clima che se pur non rigido, è comunque freddo, umido e grigio…
Nell’hotel ci accolgono il maestro Giorgio D’Amico e il maestro Paolo Scapin, anche qui l’affiatamento e il senso di collaborazione nascono, anzi è più giusto dire “rinascono” spontaneamente e subito si mette a punto “l’organizzazione” da campo che dovrà integrare e supportare quella già pianificate dalla Federazione.
Sabato mattina sveglia alle 6,45,colazione alle 7,15, i ragazzi entrano già in fibrillazione pre gara, i toni scherzosi e chiassosi della sera precedente si attenuano, ognuno inizia a pensare a quella che sarà la propria condotta in gara, qualcuno ci riuscirà, qualcun’ altro no… ma questa è la legge dello sport, dell’agonismo ed in fondo allegoria di vita.
Alle 8,00, preciso, il bus dell’organizzazione si presenta a prenderci, con noi un crocevia di nazioni e di linguaggi: armeni, turchi, ucraini, inglesi, frasi in dialetto romano, veneto, perugino, campano, ma in fondo un unico grande linguaggio, quello del karate e della sua passione uguale in tutto il mondo ed in tutte le latitudini, un unico grande cuore pulsante che perpetuerà questa nobile ed antica disciplina.
Arriviamo ed è subito gara… tutti e quando si dice tutti si intende proprio tuttii ragazzi della comitiva italiana diventano un tutt’uno e interagiscono, tifano, supportano, consigliano i propri compagni in ogni momento.
Momento topico quando in una delle primissime premiazioni tutti intonano “a cappella” l’inno di Mameli, ridare a questi giovani l’orgoglio di appartenenza ad una nazione che è comunque culla di civiltà e di ispirazione per moltissime altre, che ha importato nel mondo cultura, arte, urbanistica, scoperte incredibili è un motivo di vanto per una Federazione come la FIK che con i suoi elementi è riuscita a costruire un’amalgama così forte e così indissolubile e per un pezzo che si perde, cinque sono pronti a sostituirlo, perché ormai questa è la realtà la FIK è una realtà per tutti ma non è la realtà di tutti…. Alcuni hanno dimostrato di non reggere il passo, di non capire che il “vecchio” è improponibile in FIK, vogliamo, cerchiamo, pretendiamo il massimo dell’onestà e della trasparenza, chi non è in grado si accomodi.
Per questo vanno ringraziati Daniele Lazzarini e Vitaliano Morandi, prima di tutto due grandi amici, ma soprattutto grandissimi professionisti, che, ognuno nei propri ruoli, hanno dato una impronta precisa alla Fik ed anche alla IKU, creando una grande organizzazione nazionale inserita, con un ruolo di prim’ordine, in un contesto internazionale che come abbiamo visto cancellerà tutto ciò che ha impedito la giusta crescita a questa disciplina.
A questo punto neanche contano le medaglie che pure sono state tante per il Team Agonistico Lazio, con gli ori di Fabrizio Davì e Alessandro Perego Marnetto, rispettivamente nel kata e kumite veterani, l’argento di Ivan Serra, Fabrizio Comparelli e di Claudio Simonetti, il bronzo di Emanuele Taffi ed il quarto posto del più giovane del gruppo Riccardo Nati alla prima esperienza internazionale nei senior, lui Junior seppur con un grande potenziale.
Vanno aggiunti i due bronzo di Federica Refolo e Lorenzo Luciani e, per completare il panorama laziale, l’oro di Veronica Coppola e l’argento di Matteo Ramella che erano convocati per la nazionale.
Tantissime le medaglie azzurre oltre a quelle laziali a dimostrazione di una grande prova di forza e qualità tecnica adeguate al livello dell’organizzazione che ci ha ospitato, un momento di crescita incredibile e di grande amicizia.
Per chiuderla con le parole del Maestro De Luca “Bellissima esperienza … ma è già passata… ora pensiamo alla Coppa di Natale con gli insegnamenti registrati e le migliorie che possiamo apportare, il passato non ci interessa se non per migliorare il nostro futuro”
Risultati del C.S.R.L.
Fabrizio Davì ORO KATA VETERANI WADORYU
Alessandro Perego Marnetto ORO KUMITE VETERANI OPEN
Fabrizio Comparelli ARGENTO KATA VETERANI WADORYU
Claudio Simonetti ARGENTO KATA SENIOR GOJU RYU
Ivan Serra ARGENTO KATA SENIOR GOJU RYU
Emanuele Taffi BRONZO KUMITE -75 KG SENIOR
Riccardo Nati 4° KUMITE +80 Kg SENIOR