Il nuovo che avanza… detto e fatto.

Eventskarate 03 maggio 2016

di Fabio Tomei

Il Koshiki (o  Kojiki 古事記, letteralmente “vecchie cose scritte”) Rappresenta il più antico documento letterario della storia nipponica, narra infatti la storia del Giappone e della famiglia imperiale dalle origini sino al regno dell’imperatrice Suiko(554628). Per questo viene spesso accomunato alla prima storia ufficiale scritta in cinese, il Nihonshoki (日本書紀), di uscita successiva. Scritto da Yasumaro su ordine dell’imperatore legittima e motiva,per la corte di Yamato, la linea di sangue divina (rivendicata fino al 1945 dagli imperatori del Giappone), sia di raccogliere tutti i miti che le credenze dell’arcipelago giapponese.

 

Ebbene sia su questo testo che sul Nihongi (o, appunto, Nihonshoki) leggendo fra le righe si intuisce che i giapponesi tentino di attribuirsi il merito di aver popolato l’intera Asia stante il fatto che divinamente l’Uomo sia stato posto sull’arcipelago del sol levante …

Ora tralasciando di addentrarci in questi discorsi, che farebbero la felicità del mio amico Fabrizio Comparelli, vorrei qui testimoniare che, discostandomi da cotanto esempio, non starò qui a dire di essere un uomo della “prima ora” della FIK, di essere qualcuno che può arrogarsi un qualsiasi merito sulla nascita, di aver fatto parte dei primi organigramma, delle prime infrastrutture.

Io ho sposato il “progetto FIK” in periodi abbastanza recenti, alla fine del 2012, dopo aver “seguito” da lontano le sue iniziative, i contatti con la FIK sono avvenuti tramite uno dei miei maestri, Alberto Schiavoni, e tramite Roberto De Luca, antico e fiero e fortissimo avversario (sportivamente parlando) ed oggi insostituibile amico e consigliere.

Con Roberto ho conosciuto subito lo spirito e l’approccio “FIK”, dopo avermi ascoltato sui progetti che avevo Roberto mi dice “non ti faccio promesse, non ti “vendo” cose che non ho, posso solo dirti che il tuo progetto a me piace e che me ne farò promotore presso il Consiglio Nazionale, se poi il progetto venga realizzato io non so dirtelo, l’unica cosa che ti chiedo è di aprire un credito di fiducia presso  di noi e di iscriverti.”

Il discorso fu convincente ed io mi iscrissi con i miei allievi, Roberto mantenne la sua parola, e già nei primi incontri col Presidente Lazzarini e il Vicepresidente Morandi mi resi conto che il progetto era stato presentato e che era in discussione; poi, circa un anno e mezzo dopo il colloquio con Roberto, il Presidente mi prese da parte e mi disse “Fabio, abbiamo creato il Centro Nazionale di Formazione e Ricerca, e abbiamo deciso che sarai tu a dirigerlo e coordinarlo”.

Questo non tanto per autoincensarmi ma quanto per dire quali sono le prospettive e la visione della FIK, prima di tutto nessuna promessa a vanvera, poi nessuna preclusione per nessuno, non servono “amicizie”, titoli altisonanti, società con migliaia di iscritti… No! Quello che serve è una buona idea, un progetto e la volontà di realizzarlo e  se la Federazione crede in te ti aiuta a realizzarlo.

Al contrario di Ō-No-Yasumaro, storiografo di corte, e quindi obbligato a parlar bene della famiglia imperiale ed a non ammettere errori, io non sono in questa condizione, in altri articoli ho parlato di alcune situazioni che meritano “aggiustamenti”, di alcuni personaggi che ancora non hanno “compreso” il new deal federale, ma so anche che, come per il fatto descritto all’inizio, la Federazione già sta pensando a quali soluzioni apportare a queste problematiche che, con il crescere esponenziale degli iscritti, sono endemiche di una grande organizzazione.

Quello che mi sento di dire è che sono orgoglioso di far parte di questa organizzazione dove chi ha da dire qualcosa, che ovviamente non sia pretestuoso e fuorviante, ha le certezza di venir ascoltato, badate bene: “ascoltato” non esaudito, quello avverrà se la proposta verrà considerata valida, e soprattutto valida ai fine della Federazione e cioè di tutti.

Vorrei qui sottolineare il grande progetto che quest’anno la Federazione ha varato e cioè il “Patto d’onore” con i giovani tecnici, al di sotto dei trent’anni, che hanno aperto nuove società: sono stati aiutati dal punto di vista dell’assistenza fiscale, hanno avuto sgravi sull’iscrizione, aiuti nella progettazione ecc. ecc. ecco questo è l’esempio di investimento sui giovani di cui abbiamo bisogno oggi, anche e, permettetemi, in altri campi; di come la lungimiranza di questa dirigenza apra, secondo me, una prospettiva di durata che permetterà a questa organizzazione di continuare a primeggiare per molti anni ancora.

È di pochissimi giorni fa l’annuncio ufficiale della nomina dei coach delle squadre nazionali, per la pluricampionessa di kumite Virginia Pucci, che ha vinto tutto, in tutte le federazioni nazionali ed internazionali, Antonio Failla già atleta di kumite delle Fiamme Gialle, Claudio Simonetti sempre sul gradino più alto dei kata veterani e Davide Telesca, docente federale FIK, Insegnante Hatha Yoga – Autodifesa – Personal Trainer – Allenamento Funzionale, in conclusione uno staff  giovane di altissimo livello tecnico e morale.

 Congratulazioni per le loro fresche nomine e un caloroso sostegno a Giorgio D’Amico riconfermato in carica, insieme a Paolo Scapin e Nadia Ferluga, che guideranno la compagine ufficiale della FIK già dai prossimi Campionati Europei IKU in programma dal 19 maggio a Timisoara, Romania.

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