Le motivazioni interne…Riflessioni di fine anno 2018.

Eventskarate 03 gennaio 2019

M° Francesco Persico
Spesso il motivo che avvicina una persona al karate, a quest’arte è il cercare di superare le proprie paure,

o quanto meno gestirle per affrontare i problemi che, in maggiore o minore misura, prima o poi si incontrano nella vita. Ogni seduta di allenamento, ogni tecnica, ogni kata o kihon è motivo di riflessione. Il karateka sa che ogni progredire è maggiore di quello di ieri, ma minore di quello di domani e che una vittoria potrebbe essere una sconfitta e viceversa. La “VIA” è una continua sfida contro se stessi e non contro gli altri che fanno parte del gioco. Gli altri non vengono visti perché si è troppo impegnati a superare i propri limiti fisici, mentali e spirituali: non si hanno avversari, se non quelli dentro di sé, si è soli, armati della propria fede contro limitazioni fisiche, i dubbi, le paure, forti della consapevolezza che prima o poi si troverà la strada giusta per diventare più forti, più saggi, più maturi. Il karateka motivato internamente non affida la propria motivazione e la propria autostima ad altri se non a se stesso. Sa benissimo che le vere motivazioni interne un giorno gli faranno conquistare e migliorare ogni singola qualità interiore/esteriore. In questo senso il karateka è un Bushi, che nel KarateDo e nella vita cerca la sua personale maestria: ogni passo avanti è una gratificazione, ogni passo indietro motivo di riflessione.
Ma c’è molto di più.
Il vero karateka motivato internamente trova dentro di sé la FORZA: essa non è comparabile né alla forza fisica né a quella mentale, ma gli conferisce il potere di avere una prospettiva diversa, universale ed insieme a questa una responsabilità, che il Bushi accetta con grande onore. Lui sa che se un giorno tutti gli sforzi riusciranno ad avere un esito positivo e le persone non vedranno più in lui un debole e un insicuro, molte persone cercheranno la Via del miglioramento e troveranno un vero scopo per cui vivere e morire, se fosse necessario. Il karateka così motivato non ha paura della sconfitta esteriore, anche se arriverà.

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