di Sergio Beronzo.
1975, Los Angeles.
Quarti di finale, Italia-Svezia.
Mi tocca Hedlund che negli ottavi aveva letteralmente martellato di pugni il suo avversario. Era almeno 20 cm più alto di me e la mia preoccupazione era non lasciargli spazio per i pugni. Ero il primo della squadra a combattere e non dovevo assolutamente perdere. Lo tenevo lontano con i calci o gli toglievo la distanza avvicinandomi appena si muoveva. Finì pari, la mia faccia rimase intera, passammo il turno e trovammo il Giappone.