L’ultimo Samurai

Eventskarate 12 luglio 2020

Sensei Monia Atti

Saigō Takamori (西郷 隆盛; Kagoshima, 23 gennaio 1828 – 24 settembre 1877) è stato un militare giapponese, samurai del feudo di Satsuma.

Operò prima a favore e poi contro la Restaurazione Meiji. Nel 1877, fu persuaso a guidare i ribelli contro il governo centrale in quella che poi fu nota come ribellione di Satsuma. La rivolta fu repressa in pochi mesi dall’esercito regolare, un’imponente forza di circa 300.000 coscritti guidati da ufficiali di rango samurai, sotto il comando di Kawamura Sumiyoshi. Le truppe imperiali avevano impiegato tecniche belliche moderne, erano dotate di obici e palloni di avvistamento. I ribelli di Satsuma potevano contare su circa 40.000 uomini che vennero ridotti a soli 400 nell’ultima famosa battaglia di Shiroyama dove combatterono con la Katana, la picca e l’arco per preservare il ruolo tradizionale della classe guerriera. Ferito gravemente durante la battaglia e preferendo la morte alla cattura, Saigō chiese ad un compagno di essere decapitato per preservare il suo onore. Le rappresentazioni artistiche ispirate ad alcune leggende mostrano che Saigō si suicidò secondo il rito del seppuku dopo la battaglia di Shiroyama. Saigō aveva goduto di grande popolarità tra i giapponesi, sia perché incarnava i valori originari dei samurai sia a causa della sua fiera opposizione contro l’occidentalizzazione forzata del paese. Dopo la sua morte il suo ampio seguito di sostenitori continuò a ricordarlo affettuosamente tanto che gli oligarchi Meiji ne riabilitarono pubblicamente la figura e le gesta il 22 febbraio 1889. Nel dicembre del 1898 gli fu dedicata la celebre statua bronzea ad opera di Takamura Koun collocata nel Parco di Ueno a Tokyo. Alla carismatica figura di Saigō e alla sua ultima battaglia (quella di Shiroyama) è ispirato il film L’ultimo samurai del 2003, sebbene il protagonista, interpretato da Ken Watanabe, si chiami Katsumoto.

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