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Come riconoscere un fake bunkai

Eventskarate 05 febbraio 2021

Ciro Varone

Nel karate i kata, sono stati riportati dalle tradizioni marziali di combattimento.

 

Questo è il motivo principale per cui sono sistemi mnemonici di addestramento realistico mirato all’efficacia, a patto che se ne comprendano i principi fondanti.

Troppo spesso i kata vengono trascurati, oppure applicati secondo la fantasia o l’esperienza dell’istruttore, il problema è che se l’istruttore non ha esperienza di combattimento e di difesa personale, il bunkai diventa una sorta di recitazione tecnica dove la narrativa è puramente creativa, inverosimile e adattata. Ciò significa che non basta allenare i kata in solitario, ma non basta neppure costruire dei moduli d’allenamento a coppie, poiché la realtà di uno scontro fisico è decisamente diversa da ciò che si riesce ad inscenare in un ambiente protetto e ovattato come può essere una palestra.

Troppo spesso nelle applicazioni che vengono proposte nel dojo vi si presentano pochissime varianti e possibilità per prendere decisioni inaspettate e dovendosi adattare repentinamente a nuove situazioni.

A tal punto, in un determinato percorso di crescita, bisogna chiedersi come possiamo liberarci dalle forme stilizzate e da quei protocolli addestrativi limitati e circoscritti a comportamenti stereotipati che sempre più spesso pretendono di dare soluzioni realistiche a proposte fantasiose, irrealistiche e inefficaci.

Ma come possiamo fare per capire se quello che stiamo praticando è un buon bunkai oppure un fake?

La prova è semplice se ci atteniamo a questi 6 punti:

1. Una volta acquisita la tecnica, chiedi al tuo compagno di attaccarti con la massima aggressività;

2. Se una tecnica è realmente efficace dovrà funzionare che tu sia alto, basso, forte, esile, uomo o donna;

3.Quando avrai finito, terminato la tua difesa, il tuo avversario non dovrebbe essere in grado di continuare ad attaccarti;

4. Ordina al tuo compagno, se ne è capace, di parare e contrattaccare ai tuoi colpi, lasciagli la possibilità di attaccarti di nuovo, fino a quando non sarà completamente controllato dalla tua azione difensiva;

5. Dai la possibilità al tuo avversario di attaccarti liberamente, da distanze diverse, da angolazioni diverse, anche utilizzando tecniche non convenzionali: lascia che applichi attacchi, blocchi, prese al corpo come se fossero atti di ordinaria violenza;

6. Prova a praticare il kata e il bunkai indossando pantaloni e scarpe che usi durante la tua normale giornata di lavoro, applica il bunkai in spazi ristretti o nelle scale del tuo condominio, in tal modo potrai capire quanto poco basti per cambiare completamente l’efficacia di una tecnica.

Un buon bunkai deve rispondere all’uso puramente funzionale dei movimenti dei kata contro le comuni forme di aggressione, diversamente è un fake bunkai.

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