Claudio Barbaro

L’incontro oggi a Bruxelles “Ex Aequo, lo sport un diritto di tutti in Italia e in Europa”, organizzato da ECR, è stata l’occasione per sottolineare ancora la sofferenza del movimento sportivo di base nel nostro Paese.

Certo, a guardare i risultati importanti dello sport italiano anche nell’ultimo triennio, che ci hanno emozionato e abbiamo celebrato anche nei giorni scorsi, si immaginerebbe una consolidata cultura sportiva. Le importanti vittorie del movimento nazionale hanno portato a una grande attenzione mediatica e un altrettanto grande entusiasmo.

Che, però, non corrisponde a un’elevata pratica sportiva da parte della popolazione.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Italia è il 4° peggiore Paese per insufficiente livello di attività fisica tra gli adulti tra i Paesi OCSE, con un tasso di sedentarietà del 44,8%. Il tasso di sedentarietà tra i bambini arriva al 94%.

Con la presenza sul territorio nazionale di 131,1 impianti sportivi ogni 100.000 abitanti nel 2022, l’Italia si posiziona anche come ultimo Paese tra i peers dell’Unione Europea per dotazione infrastrutturale nel settore dello sport: 1,9 volte in meno rispetto alla media di Francia, Spagna e Germania e, in particolare, 2,4 volte in meno della Francia. Il divario con la Finlandia invece, il Paese con il miglior livello di popolazione attiva in Europa, sale a 4,6 volte in meno.

Aggiungiamo che il 60% delle scuole non ha palestre o impianti in cui fare sport.

E, oltretutto, registriamo una grandissima sofferenza di associazioni e centri sportivi, molti a rischio chiusura: il nostro impegno deve essere rivolto sempre più alla base dello sport che rappresenta il vero volano del sistema.

Obiettivo è accrescere la cultura sportiva e favorirla con interventi decisi”.

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