fuga

Il karate FULJLKAM al collasso, vittima di se stessa.

Eventskarate 28 novembre 2012

A. Bisio

Il settore karate nella federazione così detta ufficiale ha perso la sua creatività, è ormai in crisi, con la prospettiva poco lusinghiera di ulteriori fuoriuscite

di tecnici e smembramenti di società.

La dirigenza, con il suo autoritarismo le sta dando il colpo di grazia. A parte le responsabilità di alcuni o le lacune tecniche persistenti nelle manifestazioni sportive e stage, quale e quanta è la responsabilità dei tecnici e dirigenti sociali?

Basta guardare “fuori” alle altre federazioni presenti in Italia che riempiono i palazzetti dello sport con centinaia di entusiasti praticanti.

Faccio un’eccezione per i Campioni indiscussi, tra i quali dominano: Valdesi, Figuccio, Maurino e Bottaro nel kata, nel kumite Loria, Maniscalco, Busà, Massa e Minet, ma, anche gli altri Campioni che primeggiano in diverse federazioni internazionali possono dare ulteriore spessore tecnico, eleganza, competenza e concretezza alla scuola italiana nel Mondo? Penso di sì.

E allora, perché i tecnici e praticanti non accettano e si entusiasmino della realtà dei fatti, anzi criticano?

Ci sarà un comprensibile motivo del perché in molti si trasferiscono altrove. Forse è un problema di prezzo?

Verosimilmente oggi c’è l’alternativa? O si tratta dell’inguaribile altezzosità che caratterizza il karate italiano?

Il problema è che da molto tempo la fuljlkam non “produce” più tecnica, si consolida nelle regole e imposizioni, si parla solo di politica (sportiva), ci si preoccupa di come va la famiglia, con quale risultato?

Cinque anni fa, circa, i centri sportivi militari, pullulavano insieme a tante altre società sportive disseminate in Italia gareggiavano e si allenavano con passione, esperienza entusiasmante per chi l’ha vissuta, giovani atleti ed esperti tecnici progettavano metodologie, sperimentavano tattiche, immaginavano il futuro. Mi chiedo che fine abbia fatto il lavoro di quei giovani, o dell’esperienza tecnica dei Maestri, risorse che sarebbero dovute essere coinvolte, mi chiedo, cioè, quanto la dirigenza federale abbia influito al collasso attuale. E cosa ancora più grave, c’è chi aveva predetto il futuro, prima di abbandonare la così detta federazione “ufficiale”.

Mi chiedo, infine, dopo la prossima Assemblea Federale del l’8 dicembre, se nella “nuova dirigenza” del karate ci sia almeno una persona in grado di alzare lo sguardo, battere il pugno sul tavolo e dire “una federazione di karate o punta sul prodotto o muore”.

Per ora non se ne vede traccia, è vittima di se stessa.

Categories:

Tags: