INTERVISTA AL MAESTRO R. DE LUCA

Eventskarate 28 maggio 2008

Lara Liotta

Politici o maestri, chi  ha più colpe sulla frammentazione del karate?

La questione è molto complicata, più o meno come quella dell’uovo e della gallina.

 Se venga prima la pessima condotta civica di moltissimi tecnici, o la scadente qualità delle federazioni e dei loro servizi.

Se una classe politica di scarso livello (con le dovute eccezioni) è lo specchio di una situazione federale altrettanto mediocre, allora bisogna cambiare la dirigenza o creare una struttura ad hoc.

Nel caso in questione, i karateka non hanno mai brillato per spirito civico, che troppo spesso sembra impegnato a ricalcare i luoghi comuni con cui si identifica. E’ ormai da troppo tempo che assistiamo nei palazzetti dello sport di tutta Italia, a solo ordinaria maldicenza nei confronti dei dirigenti,  dei tecnici, degli  arbitri e degli atleti, ed a me personalmente questo duole inverosimilmente.

E’ quasi surreale assistere ad una marea di persone che litigano per qualifiche, gradi e ruoli.

Uno spettacolo di pura subalternità, non è costruttivo per una federazione che, per reggersi in piedi ha bisogno di una plebe che non ragiona e non di un popolo pensante e organizzato. 

Detto questo, una classe dirigenziale che si rispetti è tenuta a essere migliore dei tesserati che rappresenta. Non uguale, migliore, perché questo è il suo “mandato” il significato stesso di quella selezione delle capacità  comprese nel termine democrazia. E dunque nessuna assoluzione è possibile per gli amministratori delle federazioni sin qui presenti in Italia.

 Cosa si sarebbe dovuto fare?

Nel caso (raro, ma possibile) che una soluzione logica e praticabile non esistesse, potevano rassegnare le dimissioni, dicendo pubblicamente: ”ragazzi,  è un grosso problema,  non riusciamo a venirne a capo”.

Non avendolo fatto, hanno tradito il loro patto con la collettività, tanto quanto il buzzurro che sbraita per un punto non assegnatogli, o il furbo-fesso (spesso i furbi sono fessi) che se ne frega del prossimo.

A maggiori onori, maggiori oneri: questo è il vero prezzo del “potere”, e in Italia la classe dirigenziale non ha voluto o saputo pagarlo. 

 E dunque maestro lei cosa farà?

Certo non scaricherò le colpe su altri, ma vorrei realizzare fattivamente con spirito collaborativo, impegno, onestà, professionalità e professionismo una struttura vera con regole chiare e democratiche, riconoscendo nella persona del dott. Daniele Lazzarini la leadership del movimento, ed è per questo che aderisco alla FIK (Federazione Italiana Karate).

 

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