Eventskarate 16 settembre 2022

di Ludovico Ciccarelli

Un tema decisamente interessante per tutti, considerando che l’utenza nazionale è formata al 70% da ragazzi al di sotto dei 14 anni. Che tipo di allenamento proporre alle fasce formate da bambini e ragazzini? Qual’ è il percorso più giusto ed opportuno? Qual’e’ la percentuale di “gioco ” all’interno della lezione?

Tante le domande che affliggono l’insegnante per raggiungere quel famoso equilibrio nel quale i ragazzi possono trovarsi a loro agio praticando la nostra amata disciplina. Diciamo che, grosso modo, esistono due metodologie nella pratica dell’allenamento preagonistico, quella più sportiva e giochereccia e quella più simile ad una pratica per adulti con le dovute accortezze rivolte a dei bambini. Quindi 2 mentalità, quella dei percorsi e palloncini e quella più incline ad un percorso più basato sulla tecnica che non sull’intrattenimento. Poi esistono le cosiddette devianze da una pare e dall’altra, solo giochi e percorsi oppure dall’altra parte rigidità eccessiva senza far distinzioni adulti-bimbi. Esistono anche coloro che riescono a creare un connubio tra le due metodologie dosando la parte ludica e sposandola con quella tecnica. Certo è che un bambino è un bambino e come tale va trattato e rispettato, assurdo forzarlo o caricarlo eccessivamente spingendo a più non posso l’idea dell’egoismo e della competizione. I bambini” mostri ” di tecnica (sia nel kata che nel kumite) e di livore non sono un bello spettacolo, né educativo e né formativo.

Quando arriveranno all’età adolescenziale probabilmente lasceranno il karate perché esasperati da una metodologia ossessiva e molto pesante a livello mentale, sicuramente non idonea ad una sana e corretta crescita del ragazzo. Preghiera per i tecnici: un campione in meno e un ragazzo equilibrato in più, senza l’obbligo e la pressione dello strafare. Portiamo i nostri bambini alle gare? Ci sta ma attenzione, deve rimanere un gioco e una esperienza formativa senza l’incubo della classifica. Rispettiamo i nostri ragazzi, instradiamoli verso un percorso giusto, appropriato, in corrispondenza dell’indole del praticante, per vincere le gare ci sarà sempre tempo, si deve andare alla competizione con lo spirito giusto ma senza esasperazioni. Il loro futuro nel karate è nelle nostre mani.

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