Varone Ciro
Anticamente anche nel metodo antico del Chuan-Fa cinese, vi era la consuetudine di studiare poche Forme ma, comunque, tutte in profondità.
In quel periodo pionieristico i maestri di karate dell’epoca conoscevano singolarmente al massimo 4/5 kata, lo stesso maestro Funakoshi si dedicò con meticolosità e passione allo studio di pochissimi kata (6/7).
Tuttavia il problema si presentò nel momento in cui Funakoshi Gichin decise di esportare la sua scuola e il suo karate in Giappone.
Infatti, con il suo trasferimento nel paese del Sol Levante, il maestro Funakoshi compì un grande sforzo per allargare la base curricolare del suo karate: il maestro ampliò i kata della sua scuola da 6/7 a 15, fu così che iniziò per il karate il primo passo verso una modernizzazione che, di seguito, avrebbe contribuito a diffondere il suo stile in tutto il modo.
Ma la trasformazione di Gichin Funakoshi fu solo l’inizio di una evoluzione che in seguito il suo giovanissimo terzogenito, Yoshitaka intraprese ma, putroppo, per la sua prematura scomparsa, non riuscì a portare completamente a ternine.
Il giovane Yoshitaka, con il beneplacito di suo padre, il quale vedeva in lui il suo degno erede, modificò posizioni e metodologia d’allenamento, così facendo introdusse nuovi esercizi tecnici mutuati dalla schema giapponese (Kenjutsu), tali metodi si fusero in nuove forme di kumite prestabilito, dando consistenza e progressione al metodo semilibero di kumite; metodi che poi nel dojo Shotokan venivano studiati prima del combattimento libero senza vincoli.