Errico Teotonico

Nino Teotonico, mio padre, nato a Roma l’8 luglio 1927 al Ghettarello (Appio Latino), iniziò la sua avventura nel mondo dello sport negli anni ’60, quando si avvicinò alla pesistica nella Palestra di Via Marco Tabarrini. Tuttavia, la svolta avvenne nel 1964, quando si presentò alla Palestra Fiamma Yamato, attirato da una pubblicità, dove si allenava il suo amico e collega Aurelio Bonafede. Fu lì che Papà iniziò ad apprendere il karate dal Maestro Augusto Basile, con varie parentesi con i Maestri Yamashita e Toyama, là incontrò altri praticanti come Mario Morelli, Enzo Collamati, Paolo Decina, e lo stesso Aurelio Bonafede.

La passione di Papà per il karate cresceva di giorno in giorno, tanto che decise di avviare un corso nella sua palestra di pesistica coadiuvato all’epoca dai Maestro Collamati e Morelli. Fu un grande uomo e maestro, insegnando lo stile Wadoryu che aveva appreso. Ma non si limitò solo all’insegnamento tecnico del karate. Papa fu un precursore di molte innovazioni legate all’insegnamento della disciplina in Italia, alcune delle quali sono diventate realtà consolidate oggi. Introdusse il karate per i disabili, utilizzandolo come forma di difesa personale. 

Papà fu anche un grande Arbitro, prima nazionale poi successivamente internazionale. Il suo modo elegante di arbitrare, famosa la sua piroetta nell’assegnare un wazari, unito alla sua competenza, lo rese un esempio per molti arbitri dell’epoca. Durante la sua carriera, fu un precursore di molte attività che all’epoca erano ancora inesplorate. Insegnò il karate ai bambini, alle donne ed ai disabili, il buon Enrico Ricci ne fu testimone, ne fu testimone e portò spesso giovani atleti a fare dimostrazioni in importanti in sedi dell’epoca, come il Palazzo dello Sport, il Palazzetto di Piazza Apollodoro, il Collegio Santa Maria e la Palestra Cristo Re.

Dal dojo di Papà sono usciti molti campioni, tra cui Claudio Mentuccia, De Roberto De Luca, Claudio Culasso e Cinzia Colaiacomo per citarne alcuni.

I vari Gruppi sportivi del Comparto sicurezza, come le Fiamme Gialle, i Carabinieri e le Fiamme Oro, hanno fruito di numerosi atleti di successo provenienti dalla direzione di Papà.

Il suo   contributo non si limitò solo al karate, nel corso della sua carriera, ampliò le sue conoscenze apprendendo anche l’Aikido, lo Iai Do e il Kobudo, discipline che integrò nel suo percorso di studio delle tecniche di difesa personale.

Papà non era solo un bravo tecnico, ma sapeva trasmettere anche attraverso la semplice mimica di un movimento come il Mawashi Geri con il braccio. Aveva un sesto senso per capire chi potesse avere successo e chi no. L’Erakles ebbe varie sedi a partire da Via Marco Tabarrini, Via Michele Amari 9, Via Michele Amari 41 e infine il famoso Erakles Center nel vecchio cinestar, che purtroppo per varie vicissitudini fu croce e delizia di papà.

Riservo per me l’ultimo spazio di questa mia testimonianza, poiché è grazie a Papa se ho fatto il mio ingresso sul tatami all’età di 9 anni. Mi ha insegnato il karate e mi ha incoraggiato a seguire corsi di Aikido, Judo, Kobudo e Iai Do, in cui mi sono difeso abbastanza bene. Ero un buon tecnico, ma non abbastanza deciso e aggressivo nel Kumite; quindi, ho concentrato le mie energie sui kata, ottenendo qualche piccola soddisfazione.

Papà riponeva molte speranze in me e mi dispiace non essere riuscito a dargli le soddisfazioni che avrebbe meritato. 

Papà era fondamentalmente un uomo gentile, rispettoso degli altri e un vero maestro sia sul tatami che nella vita di tutti i giorni; tuttavia, il carattere di papà a volte non era facile, ci sono state diverse incomprensioni tra lui ed alcuni atleti per la sua natura a volte un po’ spigolosa, se qualcosa non gli fosse andato a genio spesso si sarebbe chiuso e non ne parlava ma questo non toglie che è stato un grande uomo di sport e di vita.

Proprio per sentirlo di nuovo vicino come se fosse ancora sul tatami con me, dopo una pausa di 25 anni, ho ripreso a praticare karate con il suo amico e collega Aurelio Bonafede.

Errico Teotonico

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