A proposito di…

Speravamo in un altro risultato, non ci resta che l’ufficialità…

Eventskarate 01 settembre 2009

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di Roberto De Luca

Gli innumerevoli articoli ed interventi sui vari siti web e riviste di settore di questa estate sono la fotografia di un movimento, quale il karate, il cui unico sogno è ormai andare alle Olimpiadi.

Noi italiani, e non solo, abbiamo sognato molto in questi anni. La stragrande maggioranza dei praticanti di karate si è illusa o meglio è stata illusa con proclami, speculazioni, la favola… del Coni. Un sogno dolce per gente che aveva sgobbato tutta la vita,  aveva creduto, ma dal risveglio amarissimo. Il 13 agosto 2009 il CIO ha fatto svanire il miraggio, il karate è fuori dalle Olimpiadi. Ricomparirà  prima o poi, si formerà di colpo un’altra favola… capace di far volare  in alto il sogno del karate olimpico.

L’industria dell’illusione non si ferma, trova sempre nuove strade o torna sulle vecchie. Gli speculatori (“nemici del karate”) degli anni Ottanta alla fine hanno investito sulla fiducia, amicizia (tradita) e sulla ufficialità di appartenenza al CONI. Ma ormai alla terza o quarta stangata, i tesserati della così detta federazione ufficiale hanno elaborato gli “anticorpi”. La prossima “favola…” non sarà grossa come le precedenti e ormai tutti hanno capito, fra i mille annunci di autocelebrazioni, che per recuperare fiducia occorreranno molti anni.

In Italia è esplosa anche la favola… politica chiamata ufficialità. Che ha fatto sognare molti tesserati nella federazione ufficiale e tesserati nelle federazioni non ufficiali. Un terzo dell’ Italia ha sognato con l’ufficialità in tasca, un grande futuro riformista in grado di regolare le anomalie del karate italiano e avviare una modernizzazione solidale e una rivoluzione legalitaria. Gli altri tre quarti dei praticanti di karate ha sognato una forte ventata liberale e un forte sviluppo del karate. Sulla base di queste illusioni il Paese si è spaccato ulteriormente fino al limite di una guerra civile fredda. Ora gli uni e gli altri sanno che non accadrà nulla di quanto sperato e promesso.

Gli “ufficiali” continuano a votare solo ciò che gli viene loro “proposto”, secondo i punti di vista, rassegnati comunque al declino. Rimane giusto l’Olimpiade ai praticanti dell’ufficialità per sognare.

La disciplina del karate, non ci chiede amicizie, parentele, appartenenza alla “famiglia”, nelle palestre i praticanti riscoprono le virtù civiche, rispettano la cintura superiore, sono contenti di sudare, vagheggiano di ritrovare il giusto equilibrio psico-fisico. Al contrario della federazione così detta “ufficiale” , dove da anni, com’è noto, può vincere uno solo…

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