A proposito di …
A MARGINE DEI CAMPIONATI “Universitari”…
(ovvero: riflessioni a voce alta)
eventskarate settembre 2002
di FEDEL ANTONIETTA
Durante lo svolgimento di questi Campionati Mondiali Universitari, abbiamo assistito ad una serie di “episodi discutibili”… purtroppo consueti nel mondo del karate: il dovere di un buon cronista non è solo quello di decantare gli aspetti positivi di una manifestazione, ma anche di mettere in evidenza le cose negative, non al fine di screditare questo o quel “personaggio”, ma per migliorare “modi di fare” che alla fine possono mettere in cattiva luce il nostro karate (il karate è e sarà sempre nostro e non di qualche dirigente che momentaneamente lo coordina).
Se, sul programma ufficiale di un campionato mondiale, viene stampato che il sorteggio sarà effettuato pubblicamente il giorno 23 alle ore 10:30, il sorteggio stesso non può venire effettuato il giorno 22 alle ore 24:05 di fronte ai soli “addetti ai lavori”; quando poi si inseriscono nelle categorie nomi “fittizi” per accomodare i sorteggi (vd. ad es. atleti sia nel kata maschile sia in quello femminile provenienti dallo Sri-Lanka, quando poi il giorno seguente nessuno si è presentato a gareggiare per questo Stato), il sospetto di “magheggio” può diventare più che legittimo. Che queste mie congetture non siano campate in aria, lo dimostra il recente defenestramento dell’incaricato ai sorteggi UEK/WKF Mr. Duchemen (FRA), che sembra “aggiustasse” le pool; evidentemente anche i nuovi sorteggiatori dovrebbero essere controllati meglio. Meglio dovrebbe essere controllato dunque anche l’arbitrio Rafael Ortega (FRA) che, in barba al regolamento WKF (che vieta categoricamente a chi fa parte della commissione mondiale di poter arbitrare), ha arbitrato chi e come voleva; per potersi “coprire” meglio le spalle, ha addirittura coinvolto nell’arbitraggio anche altri due membri della commissione (un arbitro spagnolo e uno giapponese), secondo il motto “mal comune, mezzo gaudio”.
Anche gli arbitri internazionali hanno potuto arbitrare “a discrezione” della Commissione: per esempio un arbitro italiano no (in un primo momento era si, ma poi…), perché l’Italia non era presente con atleti, mentre invece un arbitro delle isole Fiji ha potuto arbitrare (pare che sull’isola esistano ben 19 praticanti di questa arte marziale) quando anche per le Fiji non era presente nessun atleta (tu si e tu no… come nelle gare di parrocchia, appunto!).
È vero che questa gara non è inserita nel programma ufficiale degli sport olimpici, ma con queste premesse è altrettanto vero che non ci si arriverà mai; in un momento in cui il nuovo CIO di Roggie è in guerra aperta contro gli scandali arbitrali, queste “pastette” non depongono certo a nostro favore. A quando il karate inserito nelle Universiadi, ai Mondiali CISM (militari), o alle Olimpiadi?!?
L’Italia non era presente, sembra perché il nostro CUSI, a corto di fondi (per la crisi del CONI) non ha voluto o potuto pagare questa trasferta: forse sarebbe stato più opportuno partecipare a meno gare internazionali e privilegiare quelle più prestigiose come, per esempio, questi Mondiali Universitari.
Una proposta così, “buttata in aria”; nello sport in genere e nel karate in particolare, si è assistito a tagli delle discipline o nelle categorie con pochi iscritti soprattutto nelle specialità individuali (come la recente soppressione del fioretto a squadre femminile). Ora sia ai Mondiali che alle gare continentali, le gare di kata a squadre (specie femminili) sono frequentate da una manciata di formazioni, la maggior parte delle quali arrangiate la settimana prima del campionato: che valore può avere una medaglia in un mondiale in cui sono presenti quattro paesi (come questo di Puebla) o un europeo in cui erano iscritte cinque squadre, di cui quattro in medaglia (vedi UEK tre anni fa)? Un’ultima cosa: ma la “nostra” categoria 85 Kg. masch., in campo internazionale, chi l’ha mai vista?!?
HASTA LUEGO, Y SIEMPRE, ESPERAMOS…!!!