Caro Maestro Perlati

Eventskarate 17 marzo 2012

Di Sergio Roedner

Caro Maestro Perlati,

Le mie riflessioni sono state pubblicate, pressochè contemporaneamente, sulla pagina (non so se ufficiale o no) del gruppo Fikta su Facebook; sulla pagina del gruppo Fesika; sul mio blog;

e sono infine state inviate alla rivista Karate-do, precisamente proprio alla rubrica delle Sue lettere. Non credo che sia né scorretto né maleducato manifestare la propria opinione, soprattutto quando lo si fa nel massimo rispetto delle persone nominate.

Per quanto riguarda il merito della Sua risposta, un mezzo più rapido per informare gli associati potrebbe essere quello di pubblicare la notizia sul sito della Fikta, proprio come ha fatto dalla Fijlkam, dal quale ho ripreso il testo del protocollo una settimana prima che arrivasse la circolare federale. Si sarebbero evitate così false voci di corridoio su una fusione, voci che io peraltro ho smentito nel mio articolo. Tuttavia l’importanza dell’accordo è innegabile, e confermata proprio dalla fotografia del Maestro Shirai col dottor Pellicone. Le Sue parole sul fatto che la Fikta non si scioglierà mai e che “non siamo disponibili a compromessi” sono per me, e non solo per me, di grande conforto.

Mi permetto invece di dissentire da Lei quando scrive che “tutte le [mie]considerazioni sulla democrazia sono affermazioni generiche e senza fondamento”. Io mi stavo riferendo ALLA MIA PALESTRA E AI MIEI allievi, che non mi permetterei mai di affiliare ad alcunché senza AVERLI PRIMA CONSULTATI. Non parlavo della Fikta e delle sue regole interne, ma se mai delle sue decisioni che si ripercuotono “a cascata” sulle società che si sono ad essa affiliate con un solo obiettivo preciso, lo studio del Karate-do, che potrebbe benissimo proseguire (ma è una mia opinione personale) anche senza intese col karate sportivo.

Lei mi chiede: “Sarebbe stato meglio che invece della Fikta fosse stata qualche altra organizzazione oppure che all’interno della FIJLKAM avessero istituito un settore tradizionale”? Sinceramente la questione non mi pare di vitale importanza, ma non sono un genio della politica. Avrei preferito ritrovare un’intesa fra tutti coloro che nel nostro paese hanno la stessa idea del karate-do, ma anche qui si tratta solo di gusti.

E’ vero, probabilmente non sono molto umile, ma mi ritengo leale (non ho mai tradito il mio maestro) schietto (evito di dire “oss” per poi sparlare alle spalle del mio interlocutore) e coerente con una certa idea del karate: ho votato contro l’unificazione nel 1978, e se mai ci sarà un’assemblea federale in cui si dovesse prendere una decisione di importanza comparabile (ma Lei mi ha già assicurato di no) stia certo che ci sarò.

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