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Giacomo e il karate

Eventskarate 18 gennaio 2021

Sasso Lino

Tutti sanno che in Asia è nato il Karate. Pochi sanno, invece, che in Europa, in una penisola a forma di stivale, da qualche anno, è nato il Kakatè. È una disciplina che richiede tre doti:  lecchinaggio, servilismo ed ignoranza.

 

Il Dirigente principale del Kakatè nella Penisola si chiama Giacomo Lo Gnomo.  

Da quando Giacomo Lo Gnomo può decidere dei meriti dei Kakateki, i più lecchini, servili ed ignoranti vengono elevati di grado.

Un Vigile che faceva multe sulle strisce pedonali ed è amico intimo di Giacomo Lo Gnomo,  dopo aver praticato per qualche anno Kick Boxing, è stato tesserato con il grado di Cintura Nera 2° Don. Nel 2014 il Vigile ha acquisito il grado di 3° Dan e poi, come per incanto, senza avere l’anzianità prevista, ha conseguito la cintura a strisce, non quella delle multe, ma quella a strisce rosse e bianche. Nominato capo dei Maestri Kakateki si ritrovava nella capitale della penisola ad esaminare le stesse persone che qualche anno prima avevano conseguito il 3° Dan con lui ed altri che gli avevano insegnato qualcosa del Kakatè.

Un Grassone eletto nel Direttivo del Kakatè nazionale, quindi impegnato in politica sportiva, per non lasciare spazio ad un altro Maestro della stessa regione, allenatore di atleti fortissimi, vincitori di gare mondiali, veniva nominato da Giacomo Lo Gnomo e da se stesso, Allenatore dei Giovani Kakateki.

Un Brigadiere, campione di lecchinaggio, che il Kakatè  lo aveva visto solo nel film di Bruce Lee, acquisiva, senza essere esaminato, solo con la presenza, la qualifica di Maestro ed il grado di 5° Den. Al Brigadiere veniva anche conferito un prestigioso incarico quale Rappresentante delle Squadre di Studenti Kakateki.

Un ex Appuntato, molto ignorante, congedato perché frequentava muffiosi, trasferitosi dall’isola al Nord, entra in affari con Giacomo Lo Gnomo che gli conferisce la Cintura Nera 6° Din ed anche l’incarico nella  Commissione Studi di Giovani Kakateki. L’ex Appuntato aveva, anche, il potere di far giungere fino alla sua isola il 7° Don al suo Maestro (un altro pellaio) ed ad un suo compagno di palestra (livello cintura gialla).

Giacomo Lo Gnomo favoriva anche un pennuto stanziale al Nord/Ovest  della penisola, i cui anni di anzianità, VI Dan dal 2008, non erano decorsi completamente. Il pennuto, in verità, avrebbe potuto presentare l’istanza nell’anno 2021. Sembra sia un fagiano o una  quaglia.

Anche al Sud della penisola, dove il 416 bis è di moda, Giacomo Lo Gnomo “metteva radici”. Faceva  organizzare ad una banda di Briganti un centro estivo che si dimostrava un fallimento e quando i Briganti venivano denunciati per aver svuotato le casse regionali, Giacomo Lo Gnomo prendeva le loro difese. Il capo dei Briganti su consiglio di Giacomo Lo Gnomo si dimetteva dalla carica di Presidente ed al suo posto veniva nominato un altro Brigante che era stato denunciato assieme al dimissionario. Entrambi i Briganti venivano premiati con il 7° Dun.

Giacomo Lo Gnomo, per un panino con il lampredotto, si metteva da parte promuovendo al suo posto un vecchietto di 80 anni, il GURU, che, nonostante l’età, pensava di poter occupare una poltrona nella dirigenza nazionale dei Kakateki.

Il GURU, in età senile, non aveva ancora capito tre cose:

la prima, che le sue teorie non avevano prodotto risultati e che i successi ottenuti all’estero erano il frutto di sacrifici di Genitori/Maestri che avevano impegnato una vita a crescere ed allenare i Figli/Atleti.

La seconda, che la gente si è rotta le balle di vedere sempre le stesse facce.

La terza, che sul display del “Flipper” c’è la scritta “Game Over”.

Cari Amici, nulla cambierà se darete le deleghe in bianco, andate a votare, esprimete democraticamente la vostra preferenza. Non vi fate rappresentare da gente senza scrupoli che una volta conquistato il potere vi girerà le spalle e perseguirà soltanto i propri interessi ai danni dello Sport.

N.B: Ogni riferimento a persone, cose o fatti realmente accaduti è puramente causale.

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