Nella foto da sx in piedi: Cristina Rissone, M.Grazia Ferrero, Takeshi Naito, Bruno Demichelis, Carlo Fugazza, Nino Tamaccaro, Renato Turla, Maurizio Marangoni, Hiroshi Shirai, Beppe Perlati, Rosario Capuana, Enzo Montanari. Da sx accosciati: Nadia Ferluga, Carlo Pedrazzini e Sergio Beronzo

Bruno Demichelis: Il periodo della fascinazione profonda. Dell’ immersione totale, della dedizione,tenacia, perseveranza, volontà indomabile. Molti karateka di quel periodo ( non solo di quella foto) erano di fatto dei professionisti( nel senso che quella del karateka era l’ attività predominante della giornata)

Praticavamo 6,7,8 ore al giorno, ogni giorno dell’ anno ,per molti anni , decenni.

Un allievo che pratica a livello puramente amatoriale si allena per circa 150-200 ore all’ anno( 2 -3 lezioni alla settimana,di un’ ora ciascuna)

Ci allenavamo in media per 2500 ore all’ anno,per difetto. Un coinvolgimento così totalizzante e prolungato così a lungo, ha incarnato ,in forma invisibile, nei muscoli,nel cuore e nella mente il karate-do. Il risultato era però ben visibile esteriormente.

Chi ha vissuto quel periodo ha dei tatuaggi indelebili, nei muscoli,nel cuore,nella mente e,forse anche nell’ anima.

Che non possono assolutamente essere cancellati.

Chi c’era lo sa! Molto bene.

È significativo e lodevole contare gli anni di pratica. 40,50 e anche oltre. Io preferisco contare le ore di pratica. Specialmente se sono di alta qualità.

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