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Carlo Molfetta

Il Papa riceve gli olimpionici. “No a scorciatoia doping”

Eventskarate 18 dicembre 2012

Valerio Piccioni  Gazzetta dello Sport

Davanti ai medagliati olimpici il Papa ha nuovamente lanciato un appello contro il doping: “La pressione del risultato non deve mai spingere a imboccare scorciatoie”. Benedetto XVI ha poi auspicato uno “sport al servizio dell’uomo e non un uomo al servizio dello sport”

Questa mattina Benedetto XVI ha ricevuto in udienza una delegazione del comitato olimpico nazionale italiano (il Coni) con gli atleti che hanno vinto una medaglia ai giochi olimpici e paralimpici di Londra 2012. “Mi pare che a Londra – ha detto Ratzinger nel suo saluto – abbiate conquistato ben 28 medaglie, di cui 8 d’oro! Ma a voi atleti non è stato chiesto solo di competere e ottenere risultati. Ogni attivitá sportiva, sia a livello amatoriale che agonistico richiede la lealtá nella competizione, il rispetto del proprio corpo, il senso di solidarietá e di altruismo e poi anche la gioia, la soddisfazione e la festa”.

rinunce e umiltà — “Tutto ciò presuppone – ha affermato ancora – un cammino di autentica maturazione umana, fatto di rinunce, di tenacia, di pazienza, e soprattutto di umiltá, che non viene applaudita, ma che è il segreto della vittoria. Uno sport che voglia avere un senso pieno per chi lo pratica deve essere sempre a servizio della persona. La posta in gioco allora non è solo il rispetto delle regole, ma la visione dell’uomo, dell’uomo che fa sport e che, al tempo stesso, ha bisogno di educazione, di spiritualitá e di valori trascendenti”.

agonismo spirituale — Lo sport può spingere anche all’agonismo spirituale, cioè all’educazione delle persone affinchè ogni giorno cerchino di far vincere il bene sul male.Così ha continuato il Papa: “Cari amici, in questo Anno della fede vorrei sottolineare che l’attività sportiva può educare la persona anche all’ ‘agonismo’ spirituale, cioè a vivere ogni giorno cercando di far vincere il bene sul male, la veritá sulla menzogna, l’amore sull’odio, e questo prima di tutto in se stessi. Pensando poi all’impegno della nuova evangelizzazione anche il mondo dello sport può essere considerato un moderno ‘cortile dei gentili’, cioè un’opportunità preziosa di incontro aperta a tutti, credenti e non credenti, dove sperimentare la gioia e anche la fatica di confrontarsi con persone diverse per cultura, lingua e orientamento religioso”.

no al doping — Poi un monito sul doping: “La pressione di conseguire risultati significativi non deve mai spingere a imboccare scorciatoie come avviene nel caso del doping. Lo stesso spirito di squadra sia di sprone ad evitare questi vicoli ciechi, ma anche di sostegno a chi riconosce di avere sbagliato, in modo che si senta accolto e aiutato. Penso dunque a voi, cari atleti – ha aggiunto il Pontefice – come a dei campioni-testimoni, con una missione da compiere: possiate essere, per quanti vi ammirano, validi modelli da imitare. Ma anche voi, cari dirigenti, come pure gli allenatori, i diversi operatori sportivi – ha proseguito Benedetto XVI – siete chiamati ad essere testimoni di buona umanitá, cooperatori con le famiglie e le istituzioni formative dell’educazione dei giovani, maestri di una pratica sportiva che sia sempre leale e limpida”.

l’udienza — In precedenza era stato il presidente del Coni Petrucci a ringraziare il Papa per l’udienza privata nella sala Clementina in Vaticano. Ora tutti i medagliati stanno sfilando davanti a Benedetto XVI per un saluto. C’era anche Carlo Molfetta che ha appena scritto un tweet interista: Facciamo un passo avanti e uno indietro. Per l’oro del taekwondo “il problema si chiama Sneijder, ci manca troppo. La Juve ha Pirlo, noi non ce l’abbiamo. Non voglio dire chi ha colpa in questa vicenda, ma Moratti è uno che ha sempre dato tanto, se una volta chiede un po’ di calma forse lo si può comprendere. Allora vuol dire che come attaccamento alla maglia siamo a zero”.

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